La musica cosmica tedesca  uno studio di Enrico Bassi.

 

Premessa

"psichedelia" - dal greco "psuche’ delein", letteralmente "mostrare l'anima". E' stato un fenomeno culturale, sociale ed artistico degli anni '60 che imponeva uno stile di vita ribelle, rivolto alla libertà individuale, all'amore per la natura, al pacifismo e al misticismo; sconfinato nell'assuefazione di droghe più o meno pesanti è andato generando fra le varie forme d’arte ad esso connesse una variante della musica pop: il rock psichedelico, che nella sua forma più rigorosa è atto alla fuoriuscita della mente dalla gabbia corporale. I primi ad usare questo termine a livello musicale furono i 13TH FLOOR ELEVATORS e i BLUES MAGOOS con due dischi di rock acido usciti entrambi nel 1966. A ragion del vero però, il biennio maggiormente importante per il rock psichedelico americano e' stato il '67/'68 con la comparsa tra le altre di alcune band che abbinavano liberamente l'elettronica alle canzoni pop, tra queste i 50th FOOT HOSE, i SILVER APPLES e gli USA di Joe Byrd; col finire dei sixty la rivoluzione si placa e si assiste a diversi proseliti. Da una parte l'evoluzione in Europa del nuovo progressive rock, da un'altra l'ascesa in America del rock elettronico che preconizza assieme a certa musica tedesca la "new age" (TONTO'S EXPANDING HEAD BAND e BEAVER & KRAUSE soprattutto), da un'altra ancora la psichedelia ad oltranza del rock tedesco; guarda caso il guru della sperimentazione acida Timothy Leary, già esiliato dagli USA ed abbandonato da gran parte dei suoi adepti, si recò in Svizzera collaborando con il gruppo più lisergico di tutto il panorama cosmico, gli ASH RA TEMPEL; e qui si accende la discussione su cosa sia realmente l'evoluzione o più semplicemente la costituzione del rock psichedelico tedesco definito dai più PSICHEDELIA COSMICA o MUSICA COSMICA. Per capirlo dobbiamo spostarci momentaneamente in Gran Bretagna, dove i PINK FLOYD andavano ad unire al rock il sinfonismo con “A Sauceful Of Secrets” e a fondere l'impatto emotivo della musica contemporanea al gusto per i suoni sintetici con “More”. I risultati furono decisamente buoni sotto il profilo commerciale ma non entusiasmanti per coloro che in quel determinato periodo storico, a cavallo fra i '60 e i '70, ricercavano delle sonorità più estreme e radicali; fecero di meglio sicuramente i WHITE NOISE dell'americano David Vorhaus, vero precursore dell'utilizzo dei moderni sintetizzatori. Il "marasma musicale" che fino al 1970 aveva succhiato linfa vitale alla psichedelica soprattutto quella inglese, collassò ed esplose; grazie a questa immane esplosione gassosa si andò formando in Germania la così detta MUSICA COSMICA. Col passare del tempo, questa filosofia musicale dell'infinito e degli spazi fantastici, divenne la classicheggiante colonna sonora di se stessa; i musicisti che facevano parte di questa allucinata scena si chiamavano "CORRIERI COSMICI" e il loro principale fulcro operativo era Berlino. Durante i primi anni '70, Berlino Ovest rappresentava non soltanto un centro musicale ed artistico, ma soprattutto un calderone ideologico fra i più prolifici sia a livello politico che esistenziale; ecco pertanto la musica di protesta, radicale ed innovativa, che si sposa a pennello con la rivolta pacifista portata avanti con coscienza dai figli dei fiori e dai nuovi hippies. La MUSICA COSMICA assunse poi nel tempo varie forme e fu talmente innovativa da ispirare diverse generazioni di musicisti appartenenti alla così detta "nuova era"; in qualunque caso, prediligendo pur sempre l'effetto elettronico, finirà per influenzare quella parte della "new-age" che fa largo uso della tecnologia. Proprio per questo molti strumentisti elettro-acustici possono essere considerati “CORRIERI COSMICI”, visti i due fattori non sottovalutabili che riguardano il tempo e la concezione stessa della musica atmosferica (l'elettronica abbinata a piedi pari con i suoni etnici dell'India ad esempio). Anche i primi POPOL VUH possono pertanto essere considerati un collettivo cosmo-atmosferico. La mente più influente per lo sviluppo di questo movimento appartiene non a un collettivo o ad un musicista, ma bensì al produttore ROLF-ULRICH KAISER; già critico musicale e scrittore che filosofeggiando sulla musica stessa, contribuisce ad istituire ben tre etichette indipendenti: la PILZ esperta in folk alternativo e hard rock, la OHR dedita alle stampe di rock sperimentale e per ultima, la KOSMISCHE MUSIK che nasce dai brandelli spazio-temporali della stessa OHR. A questo punto possiamo definire la MUSICA COSMICA come uno dei primi mezzi sonori occidentali atti ad avvicinare l'ascoltatore consumatore di musica ad una qual certa spiritualità.

 

                             

 

Musica Cosmica internazionale - Tangerine Dream

Nel 1965 il chitarrista e scultore tedesco Edgar Froese, a tutti gli effetti il papà della musica cosmica tedesca, formò a Berlino ovest la band degli ONES influenzata fortemente dal rock psichedelico inglese; durante alcune esibizioni in Spagna lo stesso Froese venne a contatto con il pittore Salvador Dali. Grazie a questo importante incontro, gli orizzonti artistici dello stesso furono fortemente allargati in funzione dell’arte surrealista e di conseguenza verso la musica contemporanea; gli ONES ebbero modo di approfondire i vari aspetti dell’arte psichedelica con alcuni concerti all’interno di un contesto di esibizioni artistiche svoltesi presso la villa di Dali. Una sorta di "acid test" all’europea che non tardò a scatenare nel musicista la voglia di proporre nuove soluzioni all’interno del rock psichedelico. Costituì dunque nel 1967 il primo nucleo embrionale dei TANGERINE DREAM con Kurt Herkenberg, Volker Hombach, Lanse Hapshash. Con la rivolta studentesca del ’68 subentrarono nella musica berlinese alcune considerazioni di forma e la “canzone” venne considerata una forma borghese di rappresentazione musicale, di conseguenza molti musicisti e cantanti preferirono indirizzare le loro idee verso strutture nuove, libere da vincoli di forma, possibilmente strumentali ed estremamente sperimentali; per ovviare il più possibile al monopolio del pop venne creata una musica nuova, una sorta di suono popolare tedesco che in seguito prenderà le denominazioni più disperate (krautrock, musica cosmica, deutsch rock, ecc.). Le prime avvisaglie di ciò che stava accadendo a livello musicale nella Berlino di fine anni ’60 si potevano ascoltare ogni sera allo Zodiac Club dove si esibivano tra gli altri i TANGERINE DREAM e dove si incontrarono per la prima volta il batterista Klaus Schulze, il violoncellista e flautista Conrad Schnitzler e il nostro Edgar Froese. Nel 1969 i tre registrarono il primo caposaldo della nuova musica popolare tedesca e cioè l’esperimento sonoro per eccellenza, nonché primo album della formazione, che venne ribattezzato ELECTRONIC MEDITATION; il disco contiene una psichedelia acida dalle molteplici infiltrazioni elettroniche che ricorda in vari momenti i PINK FLOYD di A SAUCERFUL OF SECRETS. La defezione dai TANGERINE DREAM di Schulze e Schnitzler portò Froese ad assumere in organico Christopher Franke e Steve Schroyder; Franke nella fattispecie subentrò a Schulze come batterista e fu proprio colui che spostò l’anima ritmica del gruppo dalle percussione acustiche a quelle sintetiche generate dai sequencer. La nuova formazione realizzò uno dei primi lavori, assieme all’omonimo degli ASH RA TEMPEL, che si possono etichettare come musica cosmica; trattasi di ALPHA CENTAURI e cioè della sinfonia interstellare per strumenti acustici ed elettronici, che vedrà nel successivo ZEIT il culmine delle innovazioni soniche dei TANGERINE DREAM. Denso di lenti e solenni riverberi, il doppio ZEIT è anche il primo album in cui compare come tastierista Peter Baumann, questo rappresenta il punto formale più oscuro e drammatico raggiunto dalla band berlinese. Il trio classico con Froese, Baumann e Franke, fu artefice di numerosi album che ricalcano questo stesso stile, ATEM ad esempio chiude il periodo più sperimentale della band mentre PHAEDRA (al numero nove della top ten inglese) apre quello commerciale, con più di qualche punto in comune con la musica sequenziale degli americani MOTHER MALLARD'S. Il contratto con l’etichetta inglese Virgin trasformò i TANGERINE DREAM nella band elettronica più famosa al mondo dopo i KRAFTWERK. In tempi meno remoti i più logici seguaci dello stile cosmico "pachidermico" di ZEIT e simili, sono stati sicuramente il musicista ambient MICHAEL STEARNS con diversi lavori di minimalismo spaziale e il duo francese dei LIGHTWAVE con un monolitico macigno sonoro registrato nel 1990. Il successo commerciale per i Tangerine Dream arrivò invece con RUBYCON del 1975 che ricalca lo stile ben collaudato dei precedente ma con un occhio di riguardo verso gli arrangiamenti orecchiabili. Nel dicembre del 1974 i tre si esibirono in compagnia della cantante Nico nella cattedrale di Reims in Francia; fu uno dei primi e più contestati concerti che videro i TANGERINE DREAM sugli altari di alcune famose cattedrali gotiche europee, con tutto il loro armamentario elettronico, per riempire gli androni e le cupole con la loro musica profonda, fatta di infinite oscillazioni astrofisiche, di atmosfere magiche e surreali e di visionarie ascese verso lidi mistici. Alcuni nastri registrati dal vivo nel 1975 vennero adoperati per la compilazione dell’ottimo RICOCHET, probabilmente il disco live più coinvolgente dei TANGERINE DREAM; di seguito gli stessi continuarono a proporsi in diverse tournee, da prima con un’ennesima apparizione nella Francia meridionale e in seguito con il tour australiano in compagnia di Michael Hoenig, sostituto momentaneo di Baumann al sintetizzatore. Qualche novità musicale arrivò con l’album STRATOSFEAR pubblicato nel 1976; a parte una pessima registrazione audio, il disco è un intelligente compromesso fra sperimentazione elettronica e melodia; venne promosso con una nuova serie di concerti negli States che videro l’impiego degli effetti laser per meglio coinvolgere il pubblico all’interno del loro peregrinare galattico. L’abbandono di Baumann avvenne nel 1977; i due superstiti dovettero trovare un degno sostituto, cosa che non avvenne in maniera esauriente con la scelta di Steve Joliffe (voce, strumenti elettronici e fiati); per un paio di album lo stile dei TANGERINE DREAM continuò a ricalcare le solite idee elettroniche e sequenziali riciclate dal passato mentre con l’ingresso nella formazione di Johannes Schmoelling qualche novità in più venne a galla. Per i primi anni ’80 i TANGERINE DREAM si dedicarono ad una dance music elettronica di forte impatto commerciale che culminò in lavori affascinanti come LOGOS (1983) e in situazioni piuttosto imbarazzanti come quelle dell'album pop TYGER (1987). Dopo l’uscita dalla band di Johannes Schmoelling prima, e Christopher Franke in seguito, entrambi per dedicarsi a carriere musicale indipendenti, i TANGERINE DREAM persero velocemente tutto il loro fascino e divennero un progetto solista di Froese; lo stesso approfittò della libertà compositiva per dedicarsi a lavori di sola new age elettronica, genere per altro molto influenzato nel suo complesso dalle tematiche sonore espresse durante i migliori momenti artistici della band. Ho allegato di seguito una discografia selezionata della band cercando di scorporare i prodotti meno significativi all’interno del già cospicuo marasma di produzioni; potrei riassumere i passi salienti della formazione indicando tutte le pubblicazioni degli anni ’70 e le prime degli ’80. Rimando inoltre al grafico delle figure che ruotarono attorno ai TANGERINE DREAM dal 1967 al 1991 per una più completa visione del fenomeno discografico ed artistico.

 

                       

 

Corrieri cosmici per eccellenza - Klaus Shulze & Manuel Göttsching

Klaus Schulze e Manuel Göttsching rappresentano le menti più influenti di tutto il filone cosmico tedesco; per comprendere i delicati intrecci musicali e ideologici che si ramificano attorno a queste due figure dobbiamo partire dall’inizio, quando i “corrieri cosmici” ancora non esistevano e gli intenti di molti musicisti ed artisti erano quelli di riuscire a creare nuove forme di comunicazione che andassero oltre il semplice concetto di arte-causa ed effetto. Klaus Schulze nacque a Berlino il 4 agosto del 1947 e durante gli anni ’60 ebbe modo di suonare in maniera più o meno dilettantesca in alcuni complessi blues e rock. Iniziò con la chitarra e si dedicò in seguito alla batteria con il trio PSY FREE (Klaus Schulze, Alex Conti, Jo Schumann) dedito alla psichedelia di stampo americano. La svolta avvenne nel 1969 quando prese parte alla registrazione del primo lavoro dei TANGERINE DREAM; inELECTRONIC MEDITATION si divertiva ancora con la batteria ma ebbe contemporaneamente modo di comprendere come il rock teutonico si stesse indirizzando verso una particolare direttiva sonora, densa di elettronica e sperimentazione. Venne in contatto l’anno successivo con il chitarrista Manuel Göttsching (classe 1952) che usciva da alcune esperienze musicali con la STEEPLE CHASE BLUESBAND (Manuel Göttsching, Hartmut Enke, Volker Zibel, Wolfgang Müller) e assieme all’amico Hartmut Enke formarono il trio degli ASH RA TEMPEL registrando nel 1971 il disco omonimo. Per l’occasione Schulze si destreggiava ingenuamente anche agli effetti elettronici; l'inizio della suite AMBOSS richiama alla mente infatti le primissime composizioni astrali di cui lo stesso Schulze si renderà artefice qualche tempo dopo, ma è di rock psichedelico che parliamo e l'atmosfera vira rapidamente verso territori arcani tra free-rock e blues astrale con gli assoli delle chitarre che generano atmosfere arabeggianti. Il nome del gruppo e la copertina del disco lasciano intendere benissimo quale sia la destinazione del viaggio intercorso dai tre musicisti. Un luogo sconosciuto all’ascoltatore medio, fra ragione e visione, fra pensiero ed ispirazione, alla ricerca di una sostanziale forza spirituale che si cela ai confini dell'inconscio, sondabile attraverso l'utilizzazione di metodiche e schemi fuori da ogni logica ispezionale. Ascoltando questa musica angosciante si riesce ad intuire il motivo per cui gli ASH RA TEMPEL sono considerati da molti come la band più lisergica in assoluto di tutto il panoramico rock tedesco. Dopo la pubblicazione di questo primo capolavoro della “scuola cosmica berlinese”, Schulze abbandonò momentaneamente la formazione per dedicarsi totalmente ad uno strano progetto solista; Göttsching dal canto suo assoldò Wolfgang Müller per registrare il secondo album degli ASH RA TEMPEL. A livello compositivo, esecutivo, tecnico e inventivoSCHWINGUNGEN rappresenta il suo progetto più interessante e per l'occasione l'organico degli strumenti venne allargato con voce, sax e set percussivi variegati; il disco, diviso in due suite, rimane uno dei più riusciti capolavori di psichedelica cosmica. LIGHT & DARKNESS attacca con un blues alla Hendrix ma rifugia dopo soli sei minuti in una estatica rappresentazione sonica dell'oscurità. Impressionante la forza distruttiva che ne esce, il brano prosegue infatti velocizzato con la voce esasperata e delirante al di sopra di un riverbero stratiforme tra i più memorabili nella storia del rock psichedelico. SCHWINGUNGEN e' un'agghiacciante labirinto di suoni metafisici che conducono ad un finale bellissimo, carico di estasi e rivelazione. Si tratta di un brano corale melodioso tanto fantastico da essere ripreso anche in SEVEN UP con Timothy Leary; collaborazione importante che modellerà il carattere musicale di Göttsching, da qui in avanti il giovane chitarrista si dedicherà con maggior interesse alla creazione di una musica elettronica con pretese di stampo interstellare. Il primo e più mirabolante capolavoro di KLAUS SCHULZE solista è IRRLICHT, pubblicato dalla OHR nel 1972; questo contiene una sinfonia quadrifonica divisa in tre movimenti per orchestra sinfonica e macchinari elettronici, tra cui le tastiere che diverranno con il tempo lo strumento preferito dal musicista tedesco. L'utilizzazione dell'effetto "flanger" applicato a tutti i suoni acustici ed elettronici permette a SCHULZE di realizzare un supporto contenente non solamente suoni bi-direzionali, ma soprattutto frequenze a spirale, in modo tale che la musica possa viaggiare nello spazio tramite una miriade di direzioni diverse fermandosi in vari punti e scomparendo ad un tratto nel nulla. Con IRRLICHT non si parla di un'orchestra che esegue musica contemporanea, ma di un'orchestra sinfonica vera e propria a cui lo sperimentatore commissionava l’esecuzione di linee d'archi improvvisando situazioni sonore che lo stesso catturava e mescolava, tramite il modulatore ad anello, a svariati strumenti elettronici. L'effetto finale, dopo aver martoriato in tutti i modi consentiti dal nastro magnetico il suono dei violini, è quello di un'avventura ai confini del cosmo, dentro ad una stella che pulsa in preda all'eccitazione ed esplode in un orgasmo di materia dando vita ad un altro corpo celeste più quieto o addirittura statico. Resterà comunque fra i simboli della musica contemporanea moderna questo primo disco di SCHULZE, così denso di richiami ai fattori primari dell' avanguardia; i "continum" di Ligeti, la stasi mantrica di La Monte Young, e il pulsare minimal-cellulare dell'organo di TERRY RILEY. A dire il vero qualche anno prima di Schulze e dei Tangerine Dream, un compositore d'avanguardia svedese di nome RALPH LUNDSTEN, era arrivato partendo da Stockhausen e La Monte Young a formulare una sorta di musica ambient per galassie di suoni spaziali, ma i suoi esperimenti per altro molto similari passarono inosservati. Dopo il successo imprevisto che IRRLICHT riscosse tra gli appassionati dell’allora nascente musica cosmica, Klaus Schulze decise di tornare in formazione con Göttsching ed Enke per registrare il disco più introverso e misterioso degli ASH RA TEMPEL. Con l'apporto vocale di Rosi Müller, venne prodotto nel dicembre del 1972 l'etereo JOIN INN. Manuel e Klaus si spartirono i due brani lunghi e così in FREAK'N 'ROLL e' la chitarra impazzita del primo a dominare la scena con i continui assoli funambolici al di sopra di una batteria, suonata in maniera non proprio impeccabile, e ad un basso incalzante. Questo e' forse l'ultimo brano psichedelico della formazione, già dal prossimo lavoro infatti le strutture sonore saranno diversamente organizzate e meno improvvisate. In JENSEITS sono i sintetizzatori del secondo a trasportare l'ascoltatore in paradisi artificiosi e in meditative istanze galattiche; sembra l'apoteosi dell'album CYBORG, registrato tra l'altro a pochi mesi di distanza da uno Schulze decisamente più convinto nel voler fare musica con le tastiere. Quello che veramente conta nella suite di venticinque minuti e' la totale assenza del rock; ora la musica e' puramente elettronica, cosmica nell'incedere lento e solenne, sconvolgente nella visionaria interpretazione della voce femminile che risulta ambigua e languidamente opprimente. Nello stesso periodo i due parteciparono al progetto TAROT e Schulze senza Göttsching a LORD KHRISHNA VON GOLOKA in compagnia di molteplici artisti che avevano abbracciato questa nuova dottrina sonora; entrambi i progetti erano sponsorizzati da Rolf-Ulrich Kaiser dell’etichetta Ohr (per i dettagli si legga il paragrafo I GIOCOLIERI COSMICI E LE SUPER SESSIONI DI MUSICA LISERGICA). Con il doppio CYBORG, SCHULZE si orientò quasi esclusivamente verso una carriera solista densa di fruttuose soddisfazioni; l’album in questione continua sulla falsariga di IRRLICHT denotando un approfondimento meno radicale verso le dottrine musicali del minimalismo; venne utilizzato per l’occasione un sintetizzatore, il primo apparso a Berlino, il VCS-3. Grazie a questo nuovo strumento SCHULZE poteva ricreare suoni elettronici molto più precisi e sicuramente ad effetto; la solita orchestra venne catturata e modellata elettronicamente all’interno di SYNPHÄRA fino ad assumere le sembianze di una cosmica orchestra di esseri robotici mentre in CONPHÄRA il pulsante cuore sintetico del VCS-3 accompagna lugubri e lancinanti sibili interplanetari con carovana sonora che si sposta reattiva fra gli spazi cosmici, le distese cromatiche, e indistintamente fra i neuroni del cervello umano; CYBORG rappresenta l’album maggiormente psicologico tra tutti quelli dei primi ‘70. Dopo altri progetti simili a TAROT con i COSMIC JOKERS (formazione che comprendeva Manuel Göttsching, Klaus Schulze, Dieter Dierks, Jürgen Dollase, Harald Grosskopf, Gille Lettmann, Rosi Müller) le due anime cosmiche per eccellenza intrapresero strade completamente diverse ed infatti, dopo la defezione di Enke, gli ASH RA TEMPEL si ridussero a duo con i soli Manuel Göttsching e Rosi Müller aiutati qua e la da Grosskopf e Dierks per la registrazione di STARRING ROSI che risulta probabilmente l’album meno cosmico ma sicuramente il più variegato del periodo. SCHULZE continuerà invece per almeno quattro dischi a proporre descrittive suite con accordi sostenuti a lungo e sequenze ipnotiche inerenti ad immense e irraggiungibili distese d’astri. La descrizione di territori enormi e infinite galassie non e' altro che il pretesto per sondare sinus interiori dell'animo umano e segreti reconditi; ne è la riprova il profondo PICTURE MUSICregistrato nel 1973 e pubblicato nel 1974 assieme a BLACKDANCE; entrambi risultano molto interessanti e degni d’attenzione, specialmente il secondo che contiene VOICES OF SYN con un tenore che canta in italiano. Nel frattempo il tastierista riprese l’utilizzazione del ritmo, che nei primi album risulta inesistente. Formato in seguito un duo con Michael Hoenig, intraprese un tour europeo denominato WAHNFRIED, lo stesso nome che prenderà una suite contenuta in TIMEWIND; contemporaneamente si interessava di musica classica e vinceva proprio con l’album TIMEWIND il “Grand Prix Du Disque” in Francia nel 1975. Si unì al progetto GO di Stomu Yamash’ta con Michael Shrieve, Steve Winwood, Al Di Meola, Rosko Gee e Pat Thrall; particolarmente formativa questa esperienza condizionerà la sua produzione futura. L’enorme quantità di materiale strumentale pubblicato lo fece divenire uno dei musicisti elettronici più ricercati dal cinema, a tal proposito Schulze accettò poche proposte di lavori in tal senso, fra queste la colonna sonora di due film erotici e quella per la pellicola americana “Barracuda”. Anche Manuel Göttsching realizzò nel 1975 la colonna sonora per il film “Le Berceau De Cristal” del regista francese Philippe Garrell; nello stesso anno pubblicò il suo primo album solista, il capolavoro INVENTIONS FOR ELECTRIC GUITAR che rimane fedele alla linea rock elettronica. Per realizzare questo album, il produttore Rolf-Ulrich Kaiser fornì a Göttsching l'attrezzatura necessaria che consisteva in una chitarra elettrica Gibson con al seguito varie unità effetti, tra cui delay, rotatori di fase, riverberi, modulatori ad anello; e due registratori multi traccia, un Teac 4 piste e un Revox a 2. Con questa attrezzatura minima e senza alcun sintetizzatore nacquero tutte le sequenze elettroniche e le improvvisazioni di chitarra contenute nell’album. Tre sono i brani; ECHO WAVES e PRURALIS fanno proprie le esperienze sequenziali classiche dello stile maturo del chitarrista cosmico, mentre QUASARSPHERE si avvicina allo stile di SCHULZE da un punto di vista decisamente più melodico. Faccio notare che tutti i suoni contenuti in questo album sono ricavati trattando il suono della Gibson, anticipando di molti anni quindi il concetto di "sinth guitar" cioè di chitarra collegata elettronicamente ad un generatore di suoni sintetici. Un principio tecnico analogo venne sfruttato anche dai chitarristi elettronici francesi Richard Pinhas degli HELDON e Ivan Coaquette degli SPACECRAFT. Intanto KLAUS SCHULZE, forte di un equipaggiamento elettronico tra i più forniti in assoluto, registrò nel 1977 il capolavoro MIRAGE; album spesso trascurato dalla critica che contiene una delle suite più visionarie ed intense di tutto il filone cosmico oltre a rappresentare una tappa importante nella discografia del musicista tedesco. Il lungo brano CRYSTAL LAKE rompe lentamente il silenzio della notte lacustre coprendolo con una sequenza di xilofoni astrali in crescendo; i suoni si sormontano continuamente e formano spirali galattiche di luci colorate mentre il carico di tensione aumenta vorticosamente in un cromatismo infinito di linee piroettanti.

 

Molti “corrieri cosmici” avevano abbracciato sul finire dei ‘70 il rock elettronico fine a se stesso; tra questi anche il biondo Lutz Ulbrich (ex AGITATION FREE) e Harald Grosskopf (ex COSMIC JOKERS) che entrarono nel progetto ASHRA di Göttsching quando lo stesso era già cominciato, un discreto album realizzato da “Göttsching solo” sulla falsariga di INVENTIONS FOR ELECTRIC GUITAR e NEW AGE OF EARTH fu il precedente della nuova formazione. L’album CORRELATIONS del 1979 rappresenta uno dei primi tentativi degli ASHRA di conquistare il mercato della dance music con i suoni elettronici e con le metronomanie alla KRAFTWERK; l'esperimento riuscì discretamente anche perché la Virgin confezionò un prodotto decisamente commerciale rivolto prevalentemente agli amanti del pop-rock. ICE TRAIN apre l'album con sequenze che accompagnano una chitarra minimale; il pezzo si dimostra comunque inconcludente e fortunatamente lascia spazio ben presto ai ritmi più sostenuti e all'elettroniche meno vaghe di CLUB CANNIBAL; questa è una dance track molto gustosa e ben arrangiata all'interno della quale la melodia è guidata dal suono trattato della chitarra. Il brano più interessante del disco è sicuramente MORGANA DA CAPO; ripesca idee dalle sinfonie cosmiche rimescolandole con nuovi toni eleganti su tappeto d’arpeggi, molto tranquilla e ambiziosa la track si estende per cinque minuti con archi e suoni sintetici. Nello stesso anno Klaus Schulze fondava con Michael Haentjes l’etichetta “Innovative Communication”, che cedette poi nel 1983, dedicata alla produzione di artisti elettronici e alle pubblicazione dello stesso Schulze. Con il progetto RICHARD WAHNFRIED usciamo completamente dal marasma cosmico che aveva dato vita alla musica elettronica in Germania. Il progetto fu infatti una collaborazione creativa tra Schulze ed altri personaggi importanti, come ad esempio gli inglesi "Vincent Crane" e "Arthur Brown", ex CRAZY WORLD OF ARTHUR BROWN. Sotto la denominazione di RICHARD WAHNFRIED si nasconde un supergruppo impegnato alla realizzazione di musica elettronica di alto livello; il disco TIME ACTOR e' considerato da molti come uno dei primissimi esperimenti atti a creare quella che in seguito verrà denominata “techno music”.

 

                                      

 

Super sessioni di musica lisergica - Cosmic Jokers

Nel 1972 prendevano vita anche le prime sessioni del super gruppo cosmico per eccellenza, i COSMIC JOKERS; anche se in quel preciso momento non possedevano ancora questo nome. Nel collettivo figuravano alcuni musicisti provenienti da ASH RA TEMPEL e WALLENSTEIN. Tra i corrieri cosmici organizzati in nucleo dal produttore Rolf-Ulrich Kaiser, allo studio Dieter Dierks, c’erano: Klaus Schulze, Jürgen Dollase, Jerry Berkers, Manuel Göttsching, Hartmut Enke, Harald Grosskopf, Walter Westrupp, e Rosi Müller. Il doppio TAROT pubblicato dalla Kosmischen Kuriere nel 1973 è il primo album di questa estrema e fantasiosa formazione, lo stesso fa parte comunque di una trilogia che vede la collaborazione dei “corrieri cosmici” con il pittore e grafico personale di Kaiser WALTER WEGMÜLLER, con il santone lisergico TIMOTHY LEARY, e con il poeta e paroliere SERGIUS GOLOWIN. Durante la registrazione di TAROT gli ASH RA TEMPEL ne approfittarono per fermare su nastro le due suite di JOIN INN. In sovra-incisione al rock spaziale generato dalle improvvisazioni elettroniche a ruota libera si ode la voce dell'artista svizzero WALTER WEGMÜLLER che prende in considerazione, brano dopo brano, tutti i caratteri e i segreti dei tarocchi. L'idea era venuta originariamente al guru dell'acido Timothy Leary che firma assieme ad ASH RA TEMPEL un altro magnifico lavoro concettuale, SEVEN UP del 1973. TAROT è un grosso contenitore di musica che si snoda psichedelica fra le calde atmosfere cosmiche senza tralasciare i vari momenti di riposo costituiti dalle composizioni più progressive; le dolci melodie al piano di DER HOHEPRIESTER e il rock graffiante di DER HERRSCHER procedono in tal senso in questa direzione. DIE HOHEPRIESTERIN con le sue calde stasi d’organo, i cori magniloquenti di DER WEISE e le galassie cromatiche di DER MOND e DIE SONNE risultano le parti più avvicinabili dell’album, per il resto e specialmente nel secondo vinile, la musica risulta estremamente sperimentale, densa di effetti e trovate elettroniche. Il cofanetto TAROT è arricchito nella versione originale da numerosi inserti, tra cui un elaborato libretto illustrativo e le varie carte dei tarocchi. Il secondo meeting dei futuri COSMIC JOKERS, questa volta con l’artista svizzero SERGIUS GOLOWIN, vide una formazione leggermente modificata, si era aggiunto alla comitiva Bernd Witthüser ed erano usciti gli ASH RA TEMPEL impegnati per il momento in alcune registrazioni del gruppo. Nella sostanza LORD KRISHNA VON GOLOKA è un'opera di psichedelica cosmica che abbraccia una sorta di naturalismo spirituale; l’album si costituisce di tre brani, DER REIGEN è una danza indiana dai lineamenti avveniristici con cori spaziali e suoni che trasporterebbero anche la persona più sobria in dimensione allucinante; il testo che viene recitato con un' astrazione da santone in trance racconta del misterioso Lord Krishna e la voce enfatica di GOLOWIN accompagna l'ascoltatore in labirinti spirituali orientaleggianti. DIE WEISSE ALM è un brano tenue ed intenso realizzato con ottime armonie acustiche, accordi spiritualmente emozionanti, cori provenienti da galassie distanti e la voce saggia e imponente di una guida dell'anima. Il terzo brano, che funge da suite coprendo l'intera seconda facciata del vinile, si chiama DIE HOCH-ZEIT e riprende l'andante del primo ma con meno estasi e più frastornazione modernista; inizia infatti con una fuga disperata da un teatro di distruzione, proseguendo in situazioni astrali apparentemente tranquille, e culminando in un viaggio improbabile all'interno di sfere solari tra fanta-musica e pseudo-dimensioni galattiche intangibili e visibili solo con gli occhi di un turista del cosmo. Nella primavera del 1973 Kaiser decideva di dare un nome alla formazione aperta e venne scelto appunto COSMIC JOKERS; contemporaneamente  vennero organizzate tutte le sessioni a base allucinogeni che sarebbero andate a costituire la saga dei “giocolieri cosmici”. Cinque album in tutto stampati nel 1974, due dei quali figurano come raccolte; THE COSMIC JOKERS e GALACTIC SUPERMARKET che contengono materiale inedito, SCI-FI PARTY con brani estrapolati dalle produzioni precedenti dei Corrieri Cosmici, PLANETEN SIT-IN che contieni pezzi inediti trattati con effetti e missati fra loro per formare l'ennesima sinfonia allucinogena, e per finire GILLES ZEITSCHIFFaccreditato questo a STERNENMÄDCHEN con nastri di COSMIC JOKERS ed esecuzione vocale di Gille Lettmann. Senza ombra di dubbio il capolavoro dello “space rock” è sicuramente PLANETEN SIT-IN; la partenza del razzo galattico che trasporta i vari “corrieri cosmici” segna l’inizio del disco, fra i presenti Dieter Dierks, Jürgen Dollase, Manuel Göttsching, Harald Grosskopf, Klaus Schulze; l'intero equipaggio è capitanato dalla compagna di Kaiser, Gille Lettmann che approderà ad un opera similare anche con il già citato GILLES ZEITSCHIFF, questa volta con il solo aiuto di Schulze e dei nastri pre-registrati. Ritornando a PLANETEN SIT-IN, le allucinazioni in esso contenute avvengono rapidamente come in uno scenario fantascientifico, fra pianeti distanti miliardi di anni luce che riescono comunque a comunicare grazie alle frequenze sonore, interminabili canali cosmo-temporali che collegano le libere improvvisazioni dei paladini dello spazio impegnati in attività di ricerca sonora ma anche di svago. Nella seconda facciata del disco si assorbono tutte le possibili frequenze sonore generate da alcune entità sconosciute e il cervello entra in fibrillazione sotto l'influenza d’immagini deformanti con schemi luminosi che si spostano senza sosta attorno alla nostra singola e fragile condizione di esseri non certo "per il cosmo", ma di elementi "nel cosmo". Il finale è terribile, con la vettura musicale che va alla deriva in preda all'avaria e la nera sorte di tutto l'equipaggio, costretto a trovare scampo in disperse lande sintetiche. Filo comune a tutte le produzioni dei COSMIC JOKERS è la realizzazione di suite più o meno lunghe contenenti originali composizioni e fantasiose improvvisazioni di musica altamente psichedelica. Grazie a questi lavori, Rolf-Ulrich Kaiser riuscì a minare il sistema musicale dall'interno; partendo dalle stesse intuizioni del rock, diresse la musica verso una condizione mentale straordinaria che porta fuori rotta gli schemi sonori dell'acid rock. L’intuizione primaria dell’opera cosmica sta’ nell’aver saputo inoltre miscelare con francescana competenza due elementi artistici difficilmente conciliabili; la musica eterea, tranquilla, meditativa, e la violenza inaudita che si sprigiona dalle sinistre pieghe del suono. E' la stessa similitudine che s’intuisce ammirando le galassie infinite, queste brulicano di statici e rilassati corpi celesti che nella realtà pulsano con potenza immane e impercettibile dal minuscolo occhio umano; risulta pertanto questo il principale e più geniale controsenso della musica cosmica troppo spesso relegata dalla critica non specializzata a ruolo di semplice musica da sottofondo.

 

Il free-rock intergalattico degli Agitation Free

Una leggendaria formazione rock degli anni '70, anch'essa berlinese, è quella degli AGITATION FREEdi Lutz Ulbrich e Christopher Franke, quest'ultimo però diserta addirittura prima della registrazione del primo album per unirsi agli ancora giovanissimi TANGERINE DREAM. Alle sessioni per MALESCHnel 1972, oltre a Lutz Ulbrich, Jörg Schwenke, Burghard Rausch, Uli Pop, presero parte altri noti musicisti come Michael Hoenig al VCS-3, Michael Gunther al basso e Peter Michael Hamel all'organo, contribuendo nell'insieme a contaminare il free-rock psichedelico dei fattori essenziali dell’ambiente cosmico. La loro prima proposta discografica rimane comunque fortemente legata ai dettami del rock e solo in dosi minori veniamo a contatto con le magiche misture provenienti dalle tastiere, come in ALA TUL e in PULSE; brani che si formano caratterialmente tramite il vagare ipnotico dei suoni e degli effetti prettamente di stampo psichedelico. MALESCH funge da vero e proprio contenitore sonoro, in esso ci si imbatte nella musica etnica (reportage stilistici dei viaggi in Arabia), nell'avanguardia non solo cosmica e nelle armonie orientali (il brano MALESCH ad esempio, chiaro riferimento agli insegnamenti di Terry Riley). Si prenda ad esempio KHAN EL KHALILI, esso svela misteri intimisti ed essenze penetranti, come l'organo minimale che simula l'ascesa al nucleo stesso delle sensazioni. Il pezzo più carismatico è comunque RUCKSTURZ, esso chiude il disco in maniera molto coinvolgente; dopo un breve inizio sequenziale eseguito alla chitarra, il sound esplode in una galattica tempesta melodica sulla strada di un orientale incantare di serpenti. Durante alcuni concerti in Francia la formazione sperimenta alcuni “light show” particolarmente ad effetto che si combinano ottimamente con le loro misture di rock e suoni eterei; sarà tra l’altro questo tour la causa principale dello sfaldamento della band. Con la defezione di Peter Michael Hamel e Jörg Schwenke e l’entrata in formazione del chitarrista Stefan Diaz gli AGITATION FREE perdono un po’ del loro fascino cosmico ma acquistano soluzioni decisamente progressive, le stesse sono raccolte all’interno diSECOND, registrato e pubblicato nel 1973. L'album differisce abbastanza dal suo predecessore; si tratta di un rock armonioso e mellifluo con ampie parti improvvisate e ottimi assoli di chitarra elettrica. Rimangono alcuni elementi cosmici in LISTENING dovuti all’uso creativo del sintetizzatore da parte di Hoenig che dimostra ancora una volta la sua pacata compostezza elettronica; FIRST COMMUNICATION apre l’album con un free-rock ben realizzato mentre DIALOGUE & RANDOM concede dello spazio alla sperimentazione elettronica; la strada del contatto verso una civiltà superiore è aperta e LAILA trasporta l’ascoltatore attraverso territori arcani e rarefatti, quasi un viaggio verso la parte oscura di un suono meditabondo che va simulando in THE SILENCE OF THE MORNING SUNRISE e in A QUIET WALK il risveglio appesantito della natura. Tra un free-jazz e l’altro, scorrono atmosfere distese e ritmiche linee melodiche eseguite al bozouki; l’ultimo brano è un omaggio musicale ai Pink Floyd di Echoes e letterario ad Edgar Allan Poe, per la prima volta infatti gli AGITATION FREE stillano una canzone che, per quanto drammatica, rimarrà un’esperienza più unica che rara all’interno del repertorio prettamente strumentale della band. La registrazione di altro materiale in studio chiude definitivamente l’esperienza cosmica degli AGITATION FREE; lo stesso andrà a formare assieme ad alcuni episodi ripresi dal vivo i tre brani contenuti in LAST, pubblicato postumo in Francia due anni dopo. Il concerto a Köln dello stesso anno viene riproposto di recente in formato CD dalla “Garden Of Delights”, la stessa che si preoccupa di riesumare altre tracce compilate in ANOTHER SIDES OF AGITATION FREE, anche se nella sostanza si tratta in questo caso di collaborazioni tra vari musicisti jazz che avevano ruotato in maniera marginale attorno alla formazione. Il cd AT THE CLIFFS OF RIVER RHINE contiene il citato live a Köln, che per l’occasione vide la partecipazione del chitarrista Gustav Lütjens al posto di Diaz. THROUGH THE MOODS è una suite di apertura, un blues galattico abbastanza acido che ben dev’essersi adattato ai giochi luminosi messi in scena per accompagnare le libere vibrazione musicali; per il resto vengono riproposte le versioni live di FIRST COMMUNICATION, DIALOGUE & RANDOM, LAILA e IN THE SILENCE OF THE MORNING SUNRISE. Dell’altro materiale, rimasto per molti anni nei cassetti, venne tratto da un’ importante reunion del 1974 che vede una formazione nuovamente rivoluzionata con Christopher Franke e Micky Duwe tornati in organico; i brani in questione vengono pubblicati in cd nel 1995; sono le ultime battute degli AGITATION FREE che si sciolgono ufficialmente all’inizio del 1975. I due personaggi più noti della band continuano la carriera musicali dedicandosi alla musica elettronica; Lutz Ulbrich prestando servizio negli ASHRA e Michael Hoenig intraprendendo una carriera solista abbastanza in sordina. La musica degli ASHRA finisce tra l’altro per condizionare le scelte musicali di LUTZ ULBRICH che come solista pubblica nel 1981 LÜÜL. Il disco ricerca il successo commerciale tramite la "neue deutsche welle" (la new wave tedesca praticamente) anche se nel caso specifico più che di new wave, si può parlare tranquillamente di pop music calibratamene elettronica; in un paio di brani e' infatti presente un richiamo alle sonorità di CORRELATIONS (ASHRA). Ecco quindi canzoni dance come DISCO DIVA oppure metronomie electro pop in MORGENS IN DER U.BAHN; i testi delle canzoni sono eseguiti dallo stesso Ulbrich in tedesco ad eccezione della profonda REICH DER TRÄUME nella quale fa capolino la voce di Nico dei "Velvet Underground". Alla realizzazione collaborano anche Harald Grosskopf e Christopher Franke, altri due veterani della scena cosmica tedesca dei primi '70, Franke tra l'altro produce il disco e suona il sequencer come ai bei tempi. Ulbrich continuò negli anni ’80 a collaborare con Nico e di recente ha pubblicato altri due album accreditati a LÜÜL che nel frattempo diventa la sua personale formazione. MICHAEL HOENIG scelse invece una strada nettamente in salita rispetto a quella imboccata da ASHRA e da LÜÜL, il tastierista continuò a navigare fra le stelle senza perdersi in facili motivetti dimostrando come la musica cosmica potesse ritornare attuale anche in piena era "new age", lo dimostra il capolavoro DEPARTURE FROM THE NORTHERN WASTELAND pubblicato nel 1978 e denso di sequenze alla TANGERINE DREAM e di suoni astrali. Due anni prima era avvenuta una fugace collaborazione con Göttsching ufficializzata in cd anche questa nel 1995; si tratta di EARLY WATER costituito da un'unica suite di cinquanta minuti circa che fonde il minimalismo all'elettronica e corre felicemente come un mare d'acqua all'interno del cervello con spruzzi ossessivi di tastiere dai pattern ambientali. Chiare le sequenze di HOENIG, limpide le improvvisazioni di GOTTSCHING; ventisette anni dopo questa musica riesce ancora a far vibrare le frequenze celebrali e il cuore trasportando l’ascoltatore in situazioni di pittura musicale o più semplicemente in allucinazioni psico-artificiose.

 

                            

 

L'ala spirituale del rock tedesco - Florian Fricke & Eberhard Schoener

Ho deciso di trattare Florian Fricke ed Eberhard Schoener separatamente dagli altri musicisti cosmici, dedicando agli stessi un intero paragrafo poiché risultano due personaggi importanti che si dissociarono dal magmatico rock tedesco in molteplici occasioni. A volte i loro stili musicali si avvicinarono mentre altre non avevano fatto altro che distanziarsi per colpa di una assidua predisposizione al pop di Schoener. Entrambi avevano studiato composizione al conservatorio di Monaco, partecipando a corsi di musica elettronica e suonando assieme durante gli anni ’60 in alcune formazioni rock e jazz della loro città, poi nel 1970 intrapresero ognuno la propria strada e queste non furono mai così distanti come si potrebbero a volte immaginare. Florian Fricke costituì la delicata band dei POPOL VUH che ottenne nel tempo moltissimi consensi di pubblico; anche se inizialmente la loro produzione era prettamente elettronica si specializzarono in seguito nei riti musicali da messa religiosa. Il nome proviene da un libro sacro appartenuto alla tribù dei Quiché, diretti discendenti dei Maya, e già da questo s’intuisce il carattere mistico-meditativo del loro leader carismatico, Florian Fricke. Nel primo album AFFENSTUNDE pubblicato nel 1971 il trio si compone con Florian Fricke al Moog, Holger Trülzsch alle percussioni etniche e Frank Fiedler al sintetizzatore nonché ai nastri magnetici. La prima facciata del disco è occupata dalle tre parti distinte della stessa ICH MACHE EINEN SPIEGEL, sinfonia che inizia in natura e si sposta rapidamente in un mondo angoscioso che di naturale ha ben poco, mondo caratterizzato da spostamenti spazio-temporali ed estasi contemplative sia macro che microcosmiche. Musica quindi fatta non per stupire ma per convogliare la meditazione in un'unica onda sintetica, spesso tenebrosa, spesso avventurosa, in un continuo solcare territori appartenenti a chissà quale entità soprannaturale. Le percussioni riescono solo in parte a riportare l'orecchio in una dimensione conosciuta; questo meglio nel secondo lato più tribale e psichedelico ma pur sempre denso di visioni. Questo lungo brano di diciotto minuti circa, dona il nome all'opera e rappresenta il lugubre funerale della natura, essa a poco a poco viene dilaniata, sepolta e disintegrata dal suono stesso che la crea; man mano che l'intero universo sonoro si compie, la suite avanza pesantemente fra i lamenti della creazione prima e quelli della distruzione dopo. La tribù dei Quiché aveva tramandato la convinzione che i suoni particolarmente penetranti potessero avere effetti positivi sullo spirito; forti di questa convinzione e grazie all’arte introspettiva, i POPOL VUH pubblicarono un secondo album che continua sulla falsariga del primo ma con un occhio di riguardo alla meditazione mistica. IN DEN GÄRTEN PHARAOS possiede due suite dense di patos e mistero, soprattutto quella omonima realizzata con il Moog Synthesizer e variegate percussioni, tra l’altro Florian Fricke era stato uno dei primi tastieristi tedeschi assieme a Schoener ad utilizzare il sintetizzatore modulare all’interno dei suoi brani e questo lo spronava a cavarne i suoni più originali. La seconda facciata del disco venne registrata dal vivo nella chiesa di Baumberg in Baviera; realizzata con l’ausilio dell’organo a canne suonato da Fricke, oltre agli effetti elettronici pilotati da Fiedler e alle percussioni esotiche di Trülzsch, rappresenta una sorta di atmosferica liturgia cosmica che per lentezza ed inquietudine può essere assunta come capolavoro della musica cosmica tedesca. La svolta che modellò l’ispirazione dei POPOL VUH, da esoterica a religiosa, avvenne nel 1973 con l’album HOSIANNA MANTRA, produzione che si avvale di un sound completamente rinnovato a favore di molteplici passaggi acustici ed elettro-acustici creati da una formazione nuova che chiama in organico Conny Veit dei GILA alle chitarre, Robert Eliscu dei BETWEEN all’oboe, Fritz Sonneleitner al violino, Klaus Wiese alle percussioni, la cantante soprano coreana Djong Yun, e Fricke al pianoforte. Non esistono differenze in HOSIANNA MANTRA tra la spiritualità indiana e la dottrina cristiana; entrambe vengono miscelate per la creazione di un mantra religioso senza precedenti; non si può parlare di musica da Chiesa, ma di musica cristiana sicuramente visti i testi corali presi dai Libri Sacri. Nei suoi passaggi spirituali il gruppo vuole toccare lo spirito e rivelare l’esattezza delle verità elementari nella parabola cristiana, viene creata quindi una musica esultante e piangente che accompagnerà i dischi futuri dei POPOL VUH con costanza e umile presenza. Nell’estate dello stesso anno Conny Veit con la compagna Sabine Merbach, con Fricke e Daniel Fichelscher degli AMON DÜÜL, riformava la band dei GILA per alcune esibizioni live; apice di questa formazione rinnovata sarà il disco da studio BURY MY HEART AT WOUNDED KNEE, molto vicino alle sonorità di POPOL VUH. EBERHARD SCHOENER intanto era rimasto profondamente colpito da quello a cui POPOL VUH e TANGERINE DREAM stavano lavorando durante i primi anni ’70; data la spontanea simpatia per il Moog e per gli apparati rimase nel tempo fedele alla musica elettronica, e questo risulta il primo aspetto artistico che lo differenzia da Fricke. Nel 1973 dopo un viaggio in Asia, dove venne a contatto con le discipline della meditazione Zen, pubblicò un suo personale contributo alla musica cosmica, si tratta del profondo MEDITATION. Fortemente convinto che le esperienze filosofiche orientali si possano e si debbano integrare a quelle musicali occidentali, procede alla stesura di almeno un paio di album che corrono in questa direzione. E’ questa risoluzione mistica, a metà strada tra oriente ed occidente, che lo avvicina al pensiero dei POPOL VUH. Fricke nel frattempo accettava di suonare il sintetizzatore nel monolitico ZEIT dei TANGERINE DREAM e poco dopo iniziava la collaborazione cinematografica con il regista Werner Herzog per il quale eseguirà i passaggi tematici di “Aguirre”, “Die Grosse Ekstase Des Bildschnitzers Steiner”, “Coeur de Verre”, “L’enigma di Kaspar Haus”,  “Nosferatu”, Fitzcarraldo”, “Cobra Verde”, tutte pellicole che si adattano splendidamente alla musica poetica, avventurosa e coinvolgente del tastierista tedesco. Il passaggio contrattuale della band dalla “Pilz”  alla “Kosmische Musik” di Rolf-Ulrich Kaiser avvenne senza particolari modifiche stilistiche a parte un sempre più progressivo approccio al rock; si tratta di musica prettamente strumentale, con dolci e melodiosi innesti elettrici di chitarra, quella contenuta nel precisino SELIGPREISUNG realizzato senza il soprano Djong Yun e con Daniel Fichelscher. I pochi testi presenti sono tratti dal Vangelo di Matteo ed eseguiti dallo stesso Fricke. Il grande talento strumentale della coppia Fichelscher-Fricke si avverte in maniera molto più marcata in EINSJÄGER & SIEBENJÄGER del 1975, grande capolavoro di sinfonia spirituale che vede il ritorno della Yun per le parti vocali; il disco è ricco di arrangiamenti radiosi con le chitarre acustiche suonate a mo’ di sitar e il piano che ricrea motivi struggenti. Notevole il brano GUTES LAND, differente versione di AGNUS DEI comparsa precedentemente in SELIGPREISUNG, e la suite omonima contenuta nel secondo lato. In quest'ultima la grande bravura dei due si nota pesantemente nella complessa interpretazione multi-strumentale resa ancora più affascinante dall’originalità dell’opera stessa. Per la suite vocale vengono utilizzati testi tratti dai Salmi di Salomone come anche per il successivo disco DAS HOHELIED SALOMOS, denso di orchestrazioni etniche ed effetti elettronici, che non raggiunge comunque formalmente lo splendore di EINSJÄGER & SIEBENJÄGER. Nel 1974 la band realizzò un tour in Italia con l’orchestra filarmonica di Monaco. Nel 1976 venne pubblicato LETZTE TAGE-LETZTE NÄCHTEche contiene brani strumentali vicini alla musica indiana e canzoni decisamente orecchiabili. Ritornando a SCHOENER, se MEDITATION rimane un disco pesante, lento e opprimente, BALI-AGÚNG contiene qualche pezzo più movimentato; in realtà entrambe le produzioni, per quanto sconvolgenti possano apparire, si rifanno agli insegnamenti di Sockhausen e cercano così di costruire un legame spirituale tra l’essere e il divenire, fra il passato e il futuro, fra la terra e lo spazio, capolavori pertanto di una musica filosofico-religiosa. BALI-AGÚNG venne registrato in trasferta sull’isola di Bali nel 1976 con Pete York alle percussioni, Siegfried Schwab alla chitarra classica, lo stesso Schoener al sintetizzatore, e con un’orchestra di gamelan assoldata nel posto. Lo stile si avvicina in alcuni brani, tra cui TJANDRA DER MOND e NADI IN TRANCE SEIN,  a quello cosmico dei TANGERINE DREAM “prima maniera” mentre gli esperimenti vocali in RAMAYANA e AGÚNG RAKA-DALANG ricordano i tentativi “cageiani” di rivoluzionare lo strumento vocale in funzione di una liberazione intimista, come tra l’altro molte tribù indigene fanno abitualmente durante i loro riti. THE BOOK è la terza pubblicazione; si tratta in questo caso della colonna sonora di un film sulla Bibbia “Und die Bibel Hat Doch Recht”, la prima collaborazione tra il musicista tedesco e il chitarrista Andy Summers dei Police, che diverrà in seguito fruttuosa e musicalmente variopinta. Gli album di "ibrid-rock" dellaseconda metà degli anni '70 sono contenitori mobili di pop music, rock, classica, e molta sperimentazione. Mi riferisco alla trilogia di TRANCE-FORMATION, FLASHBACK, VIDEO-MAGIC, realizzata con il supporto orchestrale della Munich Chamber-Opera. Alcuni esempi di confluenza stilistica alla EBERHARD SCHOENER sono le due suite FROM THE NEW WORLD e FROM THE OLD WORLD su FLASHBACK del 1978, oppure KOAN su VIDEO-MAGIC del 1979, album capolavoro della musica leggera d’autore realizzato con la partecipazione di Sting. Le canzoni in FLASHBACK e VIDEO-MAGIC, realizzate con l'ausilio dell’orchestra sinfonica, di alcuni sintetizzatori e dei già citati personaggi noti nel mondo del pop, risultano una sorta di ibrid-rock dai divergenti stili miscelati, gli stessi che porteranno pericolosamente ad orientare la musica di SCHOENER verso la formula leggera delle collaborazioni successive. Fortunatamente nel 1984 grazie alla Kuckuck, che ristampa anche il mitico MEDITATION, potemmo ascoltare un’ennesima produzione impegnata, l’ultima. Si tratta diSKY MUSIC-MOUNTAIN MUSIC che figura come un lavoro d'atmosfera realizzato con l'ausilio di sintetizzatori digitali e sampler computerizzati; è diviso in due suite, una per lato. In SKI MUSIC viene preposta la creazione di una musica del cielo, generata usando delle strutture musicali che tengano conto degli spostamenti sonori in tutte e quattro le direzioni spaziali; la creazione delle sequenze dei toni emessi è affidata a dei volatili, vengono infatti attaccati al torace di alcuni piccioni viaggiatori degli appositi stimolatori sonori che riproducono, in sede computerizzata, dei fischi, dei tintinnii e delle note d'organo secondo gli spostamenti delle bestiole. Ne risulta una sinfonia seriale che si muove su stratificazioni nettamente improvvisate. MOUNTAIN MUSIC, nel secondo lato, è invece una sinfonia dove i suoni catturati in natura (il canto del merlo e del ciuffolo, i rumori provocati dagli alberi) vengono inizialmente riprodotti dal vero e in seguito campionati, modulati e suonati da SCHOENER utilizzando una tastiera collegata al computer; ne risulta una musica suadente che rende omaggio alla montagna e a tutti i suoi abitanti. SKY MUSIC-MOUNTAIN MUSIC è l’ultimo capolavoro di questo impegnato compositore d’avanguardia con un’assidua predisposizione al pop. Nel 2001 Il mondo musicale piange la scomparsa dell’altro grande genio dello spiritualismo musicale, Florian Fricke ha lasciato un vuoto immenso fra gli appassionati di musica cosmica.

 

Brainticket

I BRAINTICKET sono molto spesso (forse erroneamente) associata al movimento del Krautrock, altri li reputano addirittura una succursale italiana di un gruppo progressive svizzero; cerchiamo di fare chiarezza. La mente del fenomeno Brainticket era il tastierista belga Joel Vandroogenbroeck che emigrò in Germania nel 1968 circa. Nello stesso anno Vandroogenbroeck fondò una band, la “Dee Dee Barry & the Movements” che esercitava prevalentemente del soul acido e meticoloso; nel gruppo militava anche il batterista Wolfgang Paap confluito poi negli Embryo. Questa formazione riuscì anche a pubblicare uno sconosciuto LP (Soul Hour) per la MPS sempre nel 1968. Alla prima incisione discografica accreditata a “Brainticket” risalente al 1971, la formazione denota il leader Joel Vandroogenbroeck (tastiere, flauto) in compagnia d'una nutrita schiera di musicisti tra cui Ron Bryer (chitarra), Werni Froehlich (basso), Hellmuth Kolbe (elettronica), Cosimo Lampis (batteria), Dawn Muir (voce), Wolfgang Paap (tabla). Alcuni di questi, ma non so esattamente quali, erano di origini tedesche, Froehlich fondò a distanza di pochi mesi i "Toad". Il primo album denominatoCOTTONWOODHILL venne stampato contemporaneamente in Svizzera (Hallelujah X606) e in Germania (Bellaphon BLPS19019). Il loro personale debutto contiene una tarda psichedelia influenzata fortemente dall’acid rock americano in tre lunghe parti distinte della suite omonima che, per i lunghi giri di funky groove acido, rappresenta una delle poche opere rock realmente “mantrico” presenti in circolazione. Ripetizioni costanti di chitarra, batteria e fraseggi ipnotici di organo vanno a costruire il tappeto ideale per la loro folle sperimentazione elettronica che comprende aleatori interventi rumorosistici e vocalizzi femminili piuttosto languidi; paranoica ed estatica la strana carovana sonora può essere assunta come lo straordinario viaggio allucinato di un gruppo di sperimentatori di frontiera.  L’evoluzione sonora della band, percepibile nel secondo lavoro, è dettata dalla rinfrescata all’organico che, rinnovato con l’apporto della cantante americana Carole Muriel e di qualche musicista olandese, è pronto a forgiare un rock eccentrico a contenuto spaziale.PSYCHONAUT venne registrato in Italia, nuovo quartiere generale del vagabondo Vandroogenbroeck, ma pubblicato dalla Bellaphon in Germania. Contiene alcuni dei più significativi capolavori della band; si tratta sempre e soprattutto di psichedelia ma con l’occhio rivolto all’eleganza sonora che nella prima pubblicazione mancava decisamente.  La terza pubblicazione vede l’organico ridotto ai soli Vandroogenbroeck, Muriel, e il batterista Barney Palm che già aveva prestato servizio in "Psychonaut". Ironia della sorte, il loro unico disco realizzato secondo i dettami dei tedeschi "Cosmic Jokers" venne registrato in Italia nel 1973 da un trio che di tedesco aveva probabilmente soltanto i trascorsi. Vandroogenbroeck, olandese, Palm, svizzero, la Carole Muriel, americana. Comunque sia l’album CELESTIAL OCEAN, stampato dalla RCA italiana, rappresenta il loro capolavoro per eccellenza, così denso di sperimentazione elettro-acustica, strumenti etnici, sonorità egizie, fraseggi debordanti ed effetti elettronici intergalattici. E' un allucinato viaggio tra spazio e tempo che preconizza il rock spaziale dei CLEARLIGHT SYMPHONY e di altre formazione sul generis. "Celestial Ocean" si compone di due suite incredibilmente variegate; i testi, recitati con la voce dilaniata dall'elettronica, e le sonorità si ispirano al Libro Dei Morti degli antichi egizi. Gli strumenti utilizzati sono le percussioni, molti sintetizzatori e apparati elettronici; fra quelli acustici compaiono anche sitar e tabla. La struttura dei vari pezzi, che compongono le due suite, è spesso similare : linee di mini-moog ripetute (come in Egyptian Kings) con aggiunta di improvvisazione elettro-acustica. La voce è descrittiva ma sembra provenire da un mondo astratto ed irreale. In "To Another Universe" la preparazione di un rito funebre e il trapasso ad un universo parallelo chiudono il primo lato del vinile. Il secondo, leggermente più assaporabile, contiene anche delle estatiche esecuzioni al flauto (Cosmic Wind) e al piano (Visions). In tutto l'album permane una strana ed innovatrice mistura di sperimentazione estrema che rende possente ogni intervento dell'elettronica. Non esistono arrangiamenti propriamente detti in "Celestial Ocean", ma l'album risulta comunque incredibilmente musicale. Dopo l'uscita di questo bellissimo lavoro Vandroogenbroeck suonò dal vivo in Germania e in Italia, poi sparì fino ai primi anni '80, quando uscirono due nuovi lavori accreditati a "Brainticket" (gli album "Adventure" e "Voyage") e altri lavori a suo nome (prodotti in proprio) di chiara impostazione new age.

 

Emtidi

Gli EMTIDI sono un bizzarro duo composto dalla canadese Dolly Holmes e dal tedesco Maik Hirschfeldt; esiste un grosso divario fra il primo disco dal titolo omonimo pubblicato nel 1970, incentrato esclusivamente sul folk acustico, e il secondo spostato drasticamente verso la musica cosmica. Le loro radici musicali sono rintracciabili comunque nella musica folk di Dylan e Donovan. Lo stile diviene personale poiché si sviluppa in maniera originale nel secondo lavoro; questo non disdegna tutte quelle novità che in materia musicale i primissimi anni '70 stavano donando; suonando a Berlino non avevano nemmeno tardano ad attirare l'attenzione di Rolf-Ulrich Kaiser che li propose per l’etichetta Pilz specializzata in musica folk e contaminazioni. Per questa registrarono il capolavoroSAAT nel 1972, questo miscela liberamente folklore e musica cosmica mantenendo comunque vivo il gusto per la canzone e per la leggerezza sonora. Rappresenta il punto finale e contemporaneamente migliore del loro ristretto repertorio, in esso si susseguono armonie soavi e ritmi progressivi, suoni dolci e spensierati con la voce di Dolly che intona vocalizzi e canzoni leggiadre; a questo lavoro partecipa attivamente anche Dieter Dierks come percussionista, bassista e al Mellotron, nonché come tecnico. TOUCH THE SUN è il brano più lungo e denso di sintetici riflessi cosmici, in esso si denota come i due musicisti fossero in grado di produrre miscelane intense fra parti vocali e strumentali piacevoli all'ascolto. Le multi chitarre acustiche restano comunque predominanti e accompagnano progressivamente tutti gli strumenti elettronici e tutte le parti cantate come in LOVE TIME RAIN e nella title track. Questo album rappresenta un interessante punto d'incontro fra il folk e la musica cosmica, fra la canzone leggera e le allucinazioni intergalattiche, salvo che con il tempo possa anche risultare troppo melodico e quindi noioso.

 

Gila

La formazione dei GILA è una delle più interessanti della prima ora tedesca, specialmente per quanto concerne il primo album che rimane uno dei capisaldi del krautrock e della musica cosmica. Formatisi nel 1969 come band rappresentativa di una comune di Stoccarda, i GILA non tardarono a modellare le loro improvvisazioni psichedeliche in prodotto confezionabile; ecco quindi due anni più tardi la pubblicazione di GILA-FREE ELECTRIC SOUND per la nota casa discografica Basf. Al disco parteciparono i musicisti Daniel Alluno (batteria e percussioni), Fritz Scheyhing (organo, mellotron, effetti elettronici e percussioni), Conny Veidt (chitarra elettrica e acustica, effetti, voce e percussioni), e Walter Wiederkehr (basso elettrico). Si tratta prevalentemente di rock psichedelico strumentale dalle molteplici influenze; ad esempio nel brano KOLLAPS si ascolta un allucinato viaggio spaziale imbastito con movimenti di chitarra suonata a mo’ di sitar per confezionare una densa trance etno-cosmica. Nella lunga sinfonia di KOMMUNIKATION sono invece le strutture dure a giocare un ruolo fondamentale, con innumerevoli innesti elettronici sull’improvvisazione d’insieme, e con la voce di Veidt che recita una nenia debordante; verso la fine del brano una fluttuazione di tastiere va alla deriva in un mare di ridondanze cosmiche che chiudono in maniera emozionale lo stesso. Le sperimentazioni elettro-acustiche compaiono anche all’inizio di KONTAKT per lasciare spazio in seguito ad un sviluppo acustico e rilassante; lo stesso si fonde all’estrema improvvisazione etnica di KOLLEKTIVITÄT. Nel 1972 i GILA suonarono in molteplici concerti e realizzarono dell’altro materiale da studio che venne pubblicato solamente di recente dalla GARDEN OF DELIGHTS; l’instabilità portò poi la formazione allo sfaldamento e mentre Conny Veidt entra nell’organico dei POPOL VUH, altri musicisti si disperdono. Dopo aver registrato assieme al gruppo di Florian Fricke l’album HOSIANNA MANTRA, Veidt con la compagna Sabine Merbach, con Daniel Fichelscher degli AMON DÜÜL, e con lo stesso Fricke, si appropriò del nome GILA per alcune esibizioni live; apice di questa formazione rinnovata sarà il disco BURY MY HEART AT WOUNDED KNEE. Il suono e le composizioni dei nuovi GILA risultano molto influenzate dalle atmosfere spirituali dei POPOL VUH con ottime contaminazioni folk e rinnovate atmosfere acustiche. Le parti maggiormente significative sono da ricercarsi nella dolce IN A SACRED MANNER cantata da Veidt e nella cosmica BLACK KETTLE’S BALLAD con il piano di Fricke elaborato elettronicamente con uno sviluppo da mille e una notte; altre parte morbide e rilassanti compaiono in THE BUFFALO ARE COMING e in LITTLE SMOKE. Conny Veidt dopo la chiusura definitiva del progetto GILA nel 1974 si dedicò come turnista alla realizzazione del quarto disco dei POPOL VUH, collaborando poi saltuariamente con gli stessi dal 1982 al 1984.

 

                                    

 

 

La "sinapsi" del rock teutonico

Cercheremo di definire l’intero movimento che ci apprestiamo ad analizzare come rock tedesco, o KRAUTROCK, un calderone di tutti i generi e di tutti i musicisti attivi in Germania Occidentale sin dal 1969; questa è la mia definizione del termine anche perché è proprio di questo che stiamo parlando,jazz, fusion, progressive, hard rock, psichedelica, molta sperimentazione, avanguardia e soprattutto musica elettronica. L’elettronica propriamente detta era già nota e molti dei musicisti che tratteremo d’innanzi avevano studiato STOCKHAUSEN, quello che più condizionò gli eventi fu l’affascinante reazione che ebbero nei confronti dalle nuove risorse creative dispensate dal rock. Piuttosto ingenuamente infatti, i primi ad usare gli strumenti elettronici all'interno delle loro canzoni erano stati i gruppi pop-rock degli anni '60; i BYRDS esploravano situazioni mantriche con improvvisazioni al sintetizzatore e alla batteria elettronica (MOOG RAGA); i LOTHAR & THE HAND PEOPLE si esibivano con Theremin ed altri apparati elettronici; correva l'anno 1967 e il rock si stava orientando prevalentemente verso strutture tecniche da studio che all'epoca risultavano comunque difficili da ricreare dal vivo. Tra i primi a portare in tournee l'elettronica c’erano i MOTHERS OF INVENTION e i PINK FLOYD; fra tutti serpeggiava un certo fascino per gli esperimenti d'avanguardia di VARESE, CAGE e STOCKHAUSEN. Con l'avvento dei '70 la maggior parte dei musicisti rock rientrava nei binari più consoni del genere tralasciando gran parte delle sonorità elettroniche e psichedeliche, mentre una nuova generazioni di musicisti, tra questi molti tastieristi, andavano creando un nuovo movimento che per comodità definiamo appunto ROCK ELETTRONICO. In realtà ogni classificazione per quest'area musicale risulta vana poiché quello che vale per WALTER CARLOS o LARRY FAST non vale certo per i musicisti elettronici europei o per quelli cosmici. A Berlino erano attivi fin dal 1967 i TANGERINE DREAM di Edgar Froese, assidua comparsa artistica sul palco dello “Zodiak”, uno dei club più underground della città; nel 1969 la sua formazione venne riorganizzata con l’apporto di un’influente figura, il suonatore di violoncello ed appassionato di marchingegni elettronici Conrad Schnitzler, e con un giovane studente di psicologia e batterista a tempo perso, Klaus Schulze. Con Froese alle chitarre elettriche i tre incisero per la neonata etichetta Ohr il primo mirabolante capolavoro del più noto gruppo elettronico tedesco, e si tratta tra l’altro del loro prodotto più interessante anche se molto impreciso e sperimentale. Ad un primo ascolto ELECTRONIC MEDITATION appare come una ricerca elettro-acustica, cacofonica e densa di acide digressioni sonore, nella sostanza però saranno proprio queste deturpazioni che apriranno la strada alla musica cosmica come dimostra il brano “Journey Through A Burning Brain”, splendida suite costruita sul principio “pinkfloydiano” dei tessuti d’organo contrapposti ai lancinanti assoli di una chitarra violentata e filtrata da ogni tipologia d’effetto. L’atmosfera generale del disco è misteriosa e visionaria, i cinque brani ripercorrono in maniera concettuale l’esistenza dell'essere umano, dalla nascita alla resurrezione; c’e’ n’è abbastanza quindi per affermare che in ELECTRONIC MEDITATION sono concentrati tutti gli elementi più intimi del rock teutonico dei ‘70, e cioè le nuove ed originali direttive artistiche, la sperimentazione estrema, la spiritualità e il desiderio cosmico di toccare istanze sottili e metafisiche. Dopo questa formativa esperienza Klaus Schulze suonerà dapprima con Manuel Göttsching in due album degli ASH RA TEMPEL e in seguito per conto proprio come solista elettronico. Conrad Schnitzler invece, assieme a Dieter Moebius e Hans-Joachim Roedelius formerà il collettivo sperimentale dei KLUSTER; Froese dovette pertanto assoldare nuove presenze per i TANGERINE DREAM che continuarono a proporre discreti lavori di sperimentazione elettronica piuttosto rigorosa finendo poi negli anni col concedere sempre più spazio al ritmo e alla melodia. I KLUSTER si definivano essi stessi "una band di pop progressivo" anche se nella realtà la loro è una forma di avanguardia molto vicina alle opere di Stockhausen. Il tedesco dell’Est Hans Joachim Roedelius, l’austriaco Dieter Moebius e lo scultore sonoro Schnitzler registrarono nel dicembre del 1970 i dueKLOPFZEICHEN e ZWEI-OSTEREI, a distanza pochi giorni uno dall'altro. Nel primo una donna legge un testo in arcano dialetto tedesco sopra ad una quiete atmosfera di riverberi e ritardi sonori, mentre terribili e taglienti rumori si accavallano presso la fine della prima suite e in tutta la seconda; percussioni, chitarre e tastiere vengono filtrate ed elaborate da dispositivi elettronici che il collettivo utilizzava senza posa…”si sale e si scende come passeggeri di un infernale veicolo sonoro che, percorrendo un’onda sinusoidale, investe tutti i canoni della musica così detta normale”. All'improvviso l'atmosfera si fa industriale; seghe sintetiche, presse e grossi macchinari valvolari martellano i timpani con cadenze sempre più pesanti; terribile e distruttivo il brano culmina in un'apoteosi di rumore forsennato. ZWEI-OSTEREI continua sulla falsariga del precedente fra rumori elettronici disordinati, a volte addirittura caotici, avvicinandosi al suono industriale del primo disco dei KRAFTWERK. Dopo l'abbandono di Schnitzler, il duo Moebius/Roedelius deciderà di “inglesizzare” il nome in CLUSTER; qualche anno dopo lo stesso Roedelius cercherà di comperare più copie possibili dei due album marchiati KLUSTER con il chiaro intento di distruggerle. I primi lavori della ridimensionata formazione, CLUSTER e CLUSTER 2, proseguono ancora una volta sulla strada della ricerca elettronica e delle sonorità industriali, ben presto però la loro musica subirà una inaspettata virata melodica. CONRAD SCHNITZLER, che di principale professione faceva l’ingegnere meccanico, proseguiva invece imperterrito a sperimentare con i suoni sintetici in tutta solitudine; una moltitudine di album dimostrano questa sua puntigliosa dedizione alla violenza tonale e al minimalismo elettronico. ROT venne pubblicato nel 1972 ed è il suo primo disco solista, denso di terrificanti echi meccanici e misteriose ascese soniche, apre la strada al dinamicoBLAU di un anno più giovane. Con la serie dei CON la sua musica estremamente sperimentale viene rivista alla luce delle nuove tendenze elettro-pop, fornita cioè di una certa disinvoltura, può essere accostata in maniera più convincete a certi lavori di KRAFTWERK e CLUSTER; si tratta principalmente di sperimentali assedi elettronici ai canoni pop, realizzati utilizzando gli strumenti elettronici e le voci deturpate dai vocoder. Come Moebius, SCHNITZLER utilizza i ritmici twist elettronici per creare motivetti sintetici e pulsanti situazioni centrifughe anche se la sua creatura risulta alla fine piuttosto misteriosa e luciferina rispetto ai prodotti sonori realizzati dagli ex colleghi. Un altro marchio, meno prolifico dal punto di vista discografico, ma più famoso è quello dei KRAFTWERK. Iniziati alla materia rock comeORGANISATION, il duo Ralf Hütter e Florian Schneider aveva cominciato a suonare nel '69 assieme a Basil Hammoudi e Fred Monicks alla parte tribale e Butch Auff al basso; l'ensemble si completava con i due musicisti principali all'organo e agli strumenti classici (flauti, violini, campane). Il disco TONE FLOAT  venne registrato in Inghilterra durante un soggiorno del gruppo; è interessante notare come i cinque brani che lo compongono siano in sostanza un'originale idea senza precedenti, originale perché distante sia dal jazz che dal rock, dalla musica cosmica e da quella elettronica. L'album e' formato da alcune improvvisazioni d'insieme, dal trialismo selvaggio e dalle stasi dell'organo; procede a volte meccanicamente trattando gli strumenti che spesso anticipano di un anno le sonorità di KRAFTWERK. Una volta sciolto il fallimentare progetto ORGANISATION i due musicisti tedeschi assoldarono in organico un misterioso batterista della scena underground di Düsseldorf, Klaus Dinger, e con un giovane Konrad Plank al mixer decisero di registrare il primo disco a nome KRAFTWERK. Al Kling Klang Studiodi Düsseldorf, tra gli sbuffi di vapore e le cabine di trasformazione, nascevano i primi nebulosi brani industriali; i componenti di questa formazione si presentavano come operai del suono intenti alle mansioni d'acciaieria pesante e come tali preferivano rimanere nell'ombra; i loro primi lavori rimangono pertanto prodotti molto underground. Konrad Plank aveva cominciato la sua carriera presso la Radio di Colonia, durante gli anni ’60, come tecnico e assistente di registrazione per Stockhausen; in seguito aveva lavorato al “Windrose Dumont Time Studio”, punto di riferimento iniziale per molte band provenienti dalla scena rock sperimentale tedesca fino ad aprire un suo studio privato dove molteplici artisti vennero iniziati al rock elettronico; chiunque abbia lavorato sotto l’ala protettrice di questo eccentrico produttore ha subito una contaminazione verso una ben precisa direttiva sonica, e per i KRAFTWERK questa è una cosa che salta decisamente all’orecchio. Per alcuni concerti degli stessi era stato ingaggiato il pianista appassionato di chitarra elettrica, Michael Rother; esigua traccia di queste esibizioni la si può ascoltare in un raro bootleg registrato a Köln e nel brano VOR DEM BLAUEN BOCK, registrato al “Beat Club” sempre nel 1971 ma senza Hutter. L’anno successivo Ralf e Florian, ancora insieme ma soli, decisero comunque di proporre un nuovo lavoro (KRAFTWERK2) che pur conservando sonorità rudi e strutture poco eleganti, anticipa alcune simpatiche soluzioni ritmiche presenti nell'elettro-pop di RALF UND FLORIAN. Il successo commerciale arrivò soltanto con AUTOBAHN del 1974 e l'anno successivo con il disco a tema RADIO-ACTIVITY; nel frattempo il gruppo si era allargato con le nuove presenze di Emil Schult e Wolfang Flür. Gli ultimi album menzionati assieme a TRANS EUROPE ESPRESS e a THE MEN MACHINE ispirarono molti giovani musicisti inglesi generando durante gli anni ‘80 una nuova corrente musicale, la stessa abbracciò il rock elettronico liberando la fantasia e proponendo un connubio tra new wave e pop elettronico; fra i molteplici seguaci dei KRAFTWERK sono sicuramente da citare gli ULTRAVOX prodotti da Conny Plank e il JOHN FOXX di METAMATICS, nonché una miriade di gruppi più o meno noti di quegli anni. Durante le sessioni live dei primissimi KRAFTWERK si andò consolidando l’amicizia tra Klaus Dinger e Michael Rother; i due decisero di realizzare musica per conto proprio e diedero vita al progetto NEU!, sempre con l’immancabile aiuto di Plank. Il primo album omonimo, pubblicato nel 1972, è un ammasso caotico e deflagrante di musica low-fi; in esso il perdurare ciclico della batteria si sposa con percussioni ipnotiche; il rumore violento e centrifugo dilaga senza posa in brani come SONDERANGEBOT e IM GLUCK; i suoni registrati dal vero formano simpatiche vignette come all'inizio di NEGATIVLAND o alla fine dell'album dove si assiste ad un allucinato viaggio in barca. Mentre WEISSENSE è composto da melodiche note di chitarra, LIEBER HONIG sprofonda in sperimentazioni vocali alla John Cage. Essendo tutta musica registrata in sole quattro notti, si può azzardare l'idea che molta di essa sia addirittura improvvisata; resta comunque il fatto che questo primo lavoro dei NEU! rappresenta un capolavoro assoluto del rock tedesco. Dopo pochi mesi arrivava il secondo disco (NEU!2), ora il suono diviene decisamente più violento mentre il vizio per i ritmi ossessivi rimane immutato; Klaus Dinger ci dimostra inoltre come con pochi brani si possa realizzare un album velocizzando o rallentando gli stessi. I NEU! tra l’altro, sono stati tra i precursori di un certo punk elettrico molto caro agli amanti della new wave; questo si nota molto bene nel terzo disco (NEU!75), in questo l'andante diabolico dei precedenti lavori si é per lo più dissolto, i ritmi ipnotici rimangono ma tutto è molto più melodico, merito forse delle “new entry”, Thomas Dinger (fratello di Klaus) e Hans Lampe. Ora i suoni concreti sono chiari e non deturpati da infernali dispositivi, il mare in SEELAND, il piano in LEB WOHL, e le molte tastiere fanno di questi brani leggeri andanti da ascoltare quasi rilassati; il registro cambia drasticamente nella seconda facciata dove due splendide canzoni punk aprono e chiudono la stessa; AFTER EIGHT, un capolavoro del rock duro ed HERO, brano che senza ombra di dubbio preconizza la musica violenta delle nuove generazioni. Contemporaneamente all’impegno discografico con i NEU!, Rother aveva accettato una proposta dei CLUSTER per formare un trio denominato HARMONIA dedito unicamente alle esibizioni dal vivo; il progetto in parte fallisce ed il tutto venne ridimensionato a due splendidi album da studio. La musica degli HARMONIA combina tutti gli stili musicali di KRAFTWERK, CLUSTER e NEU! in un unico fattore "rock elettronico"; le sessioni di questo supergruppo si svolgevano in totale improvvisazione con Rother alla chitarra elettrica e alla drums machine e il duo Rodelius e Moebius alle tastiere. MUSIK VON HARMONIA e' un album particolarmente importante poiché è uno dei primissimi lavori che utilizza atmosfere ribattezzate di li a poco “ambient music”. Durante un soggiorno berlinese BRIAN ENO era stato molto impressionato dalla musica degli HARMONIA, tanto che volle partecipare come componente attivo ad alcune ore di musica elettronica improvvisata, stampate in seguito nel disco CLUSTER AND ENO del 1977. Un anno prima di questa pubblicazione avvenne comunque il primo meeting fra Eno e il duo tedesco (con il supporto di Rother); rimasto per molti anni un' esperienza oscura e nascosta, essa venne stampata soltanto nel 1997 grazie alla Sony che edita in CD alcune registrazioni del 1976 denominate HARMONIA - TRACKS & TRACES. Al disco HARMONIA DE LUXE partecipa invece come ospite e batterista d'eccezione Mani Neumeier deiGURU GURU; questo secondo lavoro si presenta in forma diversa, è più accessibile e meno atmosferico, ricorda molto il rock elettronico dei NEU! e le sequenze cibernetiche dei KRAFTWERK. Anche i CLUSTER continuavano la loro principale attività, da prima con le strutture melodiche e ritmiche diZUCKERZEIT e SOWIESOSO e di seguito con le opere ambientali di CLUSTER & ENO (con BRIAN ENO appunto) e GROSSES WASSER '79, quest'ultimo prodotto da Peter Baumann. La svolta “ambientale” avvenne quando, dopo un concerto ad Amburgo, il trio conobbe ENO grazie ad un giornalista ed amico comune. All’artista inglese piacque molto il loro modo di suonare e venne invitato da Roedelius a casa di Rother per alcune ore di libera ed improvvisata esperienza musicale, ne nacquero le già citate collaborazioni con HARMONIA e CLUSTER. Il “non musicista” dimostrò di essere molto ben organizzato anche nel lavorare a strutture mobili e impreviste; il disco AFTER THE HEAT ne è una riprova, in questo caso ci si accorge che il materiale impostato dal duo tedesco funge soltanto da sfondo alla maestria esecutiva del genio inglese. Terminati gli impegni con le due formazioni a lui legate,MICHAEL ROTHER intraprese la carriera solista; all’interno dei suoi personalissimi brani è presente in maniera preponderante lo strumento chitarra, questo lo si deve all’attrazione che durante gli anni ’60 subì per artisti come Hendrix e Clapton; che si dilettasse anche con tastiere e sintetizzatori lo si deve invece a sua madre, pianista d'estrazione classica. Nel 1977 pubblica il suo primo album solista FLAMMENDE HERZEN, e in seguito tante altre ripetizioni a volte anche contenutistiche dello stesso. In FLAMMENDE HERZEN continua da solo le varie sperimentazioni elettro-acustiche lasciate in sospeso nel 1975; suona da solo tutti gli strumenti elettronici e le varie chitarre con il fedele supporto tecnico di Plank ai suoni e Jaki Liebezeit dei CAN alle percussioni. La formula sarà comunque sempre la medesima; linee ritmiche ripetute a lungo, suoni sintetici, melodici fraseggi di chitarra elettrica, accordi minimali e giochi con i nastri magnetici. L'andante nevrotico di brani come FEURLAND e ZYKLODROM è un'esperienza d'assaporare quando si è spiritualmente predisposti mentre il melodramma del brano omonimo rappresenta solamente uno dei tanti manierismi che ROTHER ci propone anche in STERNTALER e inKATZENMUSIK; tutti album che presi singolarmente valgono non poco ma che valutati nell'insieme si copiano coscientemente uno con l'altro. Il discorso vale anche per le pubblicazioni relative agli anni '80 ad eccezione forse di LAST che è il suo disco più ridicolo. I NEU! perdendo nel 1975 il prezioso contributo di Rother, decisero di modificare il nome in LA DÜSSELDORF e la nuova formazione era così composta: Klaus Dinger (chitarre e voce), Thomas Dinger (percussioni e voce), Harald Konietzka al basso, Hans Lampe (percussioni ed elettronica), Nicolaus Van Rhein (sintetizzatore e tastiere). Incisero nello stesso anno il disco omonimo che contiene il successo TIME, ma anche l'ennesima riprova punk d'origine colta, il brano LA DÜSSELDORF; questo album è spesso giudicato come il migliore dei fratelli Dinger più soci; in esso si portarono appresso una grossa eredità musicale proveniente dai NEU!. Nel 1978 venne pubblicato VIVA, un disco prettamente new-wave; registrato quasi in diretta, unisce le radici buone del rock con il melodismo elettronico dando vita a brani duri come la title track ma anche a composizioni strumentali di grande impatto emotivo, vedi RHEINITA che ricorda per certi versi alcuna musica “electro-folk” dei KRAFTWERK. Da menzionare anche la perdurante CHA CHA 2000 di venti minuti e più, suite di stampo rock apparentemente poco variegata ma in definitiva molto originale sia nei contenuti che nella forma. Seguì l’album INDIVIDUELLOS, una riprova questa volta decisamente low-fi; per quanto concerne il primo lato del vinile lo stile è molto similare a quello di VIVA, poi nel secondo varia con tirolesi motivetti, nastri all'incontrario e rimembranze dal primo NEU! con finale pianistico iper-melodico. THOMAS DINGER decise di provare la sorte discografica in solitudine nel 1982 con l’albumFÜR MICH; i fulcri portanti del disco rimangono comunque gli strumenti elettronici, d'altro canto, proprio di musica elettronica si tratta; in generale le concezioni sonore si avvicinano molto al secondo lato di INDIVIDUELLOS, rimane la passione per le registrazioni fatte in natura e per i giochi ai nastri magnetici. Dal lento e struggente procedere di BALLGEFLUSTER, si passa alla fisarmonica scanzonata di LEIERKASTEN; FUR DICH sfoga un percussionismo selvaggio mentre le tastiere ripetono all'infinito un motivo graffiante di facile presa. E-605 richiama l'atmosfera onirica di LEB WOHL su NEU!75, anche se il brano è più romantico nel suo incedere lento e maestoso mentre le dolci note di un pianoforte disegnano mezzi arpeggi minimali. Segue l’esempio del fratello anche Klaus che pubblica il suo personale contributo solista nel 1985, accreditato a KLAUS DINGER & RHEINITA BELLA DUSSELDORF. Decisamente elettronico e sensazionalista, il sound di NEONDIAN ripercorre il passato burrascoso del musicista proponendo sei brani interessanti e sicuramente degni di nota. La formazione instabile che è alla base di tutto ciò si compone con il batterista Charly T.Charly unito al bassista Raoul Walton e al chitarrista Spinello. Non è più un mistero tra l'altro l'identità del tastierista Nikolaus van Rhein, dietro al quale si nasconde lo stesso Klaus; per l'occasione nel primo brano MON AMOUR si avverte l'apporto percussivo di Jaki Liebezeit, batterista dei CAN. PIPI AA è un brano elettro-wave all’interno del quale il cantato, o meglio il parlato, viene posto in primo piano mentre AMERICA continua sulla scia dei precedenti con un tiro piuttosto punk. Durante la seconda metà degli anni '80 KLAUS DINGER ci era un po' sfuggito di mano, riapparve nel 1993 con una nuova formazione, i DIE ENGEL DES HERN, orientati verso l'indie rock e il punk, preconizzando in parte i ridicoli LA! NEU?. HANS-JOACHIM ROEDELIUSaveva invece iniziato la sua attività solista grazie all’onnipresente Plank che produce ed assiste il musicista in DURCH DIE WÜSTE, un disco che nella sostanza sarebbe da accreditare ad entrambi vista l’enorme mole di lavoro svolta dal tecnico-produttore. In maniera molto più banale, ROEDELIUS continuava a proporre raccolte di eventi ed accadimenti sonori quasi ad innalzare un manifesto dell’involontario mondo musicale generato dall’improvvisazione. Questo suo particolare modo di concepire la musica, con poche varianti coscienti dello stesso come OFFENE TÜREN, è culminato negli anni ’90 in opere live per solo pianoforte, dove sono chiari i riferimenti al minimalismo e alla musica contemporanea. Chi seppe invece sfruttare in maniera estremamente creativa le varie collaborazioni con altri artisti fu DIETER MOEBIUS; iniziò nel 1979 con RASTAKRAUT PASTA  suonato assieme a CONNY PLANK. La sua tecnica è sempre la medesima e tende ad improvvisare al mezzo elettronico il più possibile, PLANK tiene le briglie del gioco e nel prodotto finale risultano sette i brani delineati dal ritmo con decisivi e ben organizzati richiami alle sperimentazioni dei KRAFTWERK e alla musica reagge, nonché agli esperimenti elettronici più variegati che avevano contraddistinto le produzioni precedenti. Con MATERIAL riprendono il viaggio in coppia, questa volta i ritmi si fanno meno ruvidi e le sperimentazioni anticipano tutta quella scena elettronica che si orizzonterà di li a poco verso la musica dance di stampo “elettrocratico”; nello stesso anno esce anche STRANGE MUSIC con GERD BEERBOHM e nel 1982 ZERO SET assieme a PLANK e al batterista NEUMEIER. Quest’ultimo risulta molto interessate, l'elettronica dei sintetizzatori digitali viene abbinata con le percussioni martellanti generando una sorta di techno music degli albori. L'anno più prolifico per MOEBIUS fu comunque il 1983 con il suo primo album solista TONSPUREN e la seconda collaborazione con BEERBOHN (DOUBLE CUT); quest'ultima è l'ennesimo gioco dei suoni elettronici e delle danze percussive, si può considerare tranquillamente come uno degli archetipi della techno music degli anni '90. La colonna sonora del thrillerBLUE MOON esce nel 1986, stesso anno in cui avvengono purtroppo le ultime sessioni con PLANK contenute nell’originalissimo EN ROUTE; poi il grande produttore e tecnico del suono muore per colpa di una grave malattia. Da tutto il marasma teutonico a cui abbiamo fatto dinnanzi riferimento prendono vita negli anni '80 le sequenze graffianti del pop elettronico prima, e della techno music in seguito.

 

Dalla libera comune al business cosmico - Amon Düül - Amon Düül 2

AMON DÜÜL si compone di AMON che risulta il Dio Sole degli antichi egizi, e DÜÜL che significa "luna" in dialetto turco; con questo nome venne battezzata sul finire degli anni ‘60 una libera comune hippies di Monaco dove, oltre a vivere in totale libertà sessuale e ad usare le droghe psicotrope, i partecipanti organizzavano degli happening per la loro musica impegnata a livello politico. Il collettivo musicale venne costituito grazie al batterista Christian Burchard (futuro EMBRYO), al chitarrista Christopher Karrer e al bassista Lothar Meid, questi procedevano all’esecuzione di un jazz colto realizzato in compagnia di almeno dodici tra musicisti, artisti variegati ed attivisti politici; curioso risulta il fatto che in nessuno degli album accreditati alla prima formazione compaiano i fautori primordiali dei giovani AMON DÜÜL. Infatti nel 1968 durante l’esibizione pubblica al festival “Sonntag” di Essen apparvero già due band concettualmente e musicalmente divise; da una parte gli AMON DÜÜL fedeli ad un ideale di musica spirituale, cosmica, pacifista e politicizzata, estremamente sperimentale ma comunque libera, mentre dall’altra un collettivo più attento al rock commerciale e alla discografica; l’intento degli AMON DÜÜL 2 era infatti quello di coniugare la sperimentazione con le modalità creative generate dall’elettronica e dalle contaminazioni. L’intera discografia degli AMON DÜÜL è stata tratta da due sessioni primarie; si tratta della maratona in studio denominata “Psychedelic Underground” del 1969, da cui venne tratto appunto l’album PSYCHEDELIC UNDERGROUN, fortemente psichedelico, e COLLAPSING: SINGVÖGEL RÜCKWÄRTZ & CO, entrambi vicini alle cacofonie rumorose dei RED CRAYOLA e dei CROMAGNON.  L’anno successivo avvenne la seconda sessione collettiva che porterà alla pubblicazione di PARADIESWARTZ DÜÜL, anche in questo caso i musicisti impegnati nel progetto sono molteplici, almeno una decina, tra questi il chitarrista Rainer Bauer, il bassista Ulrich Leopold e due donne alle parti percussive e vocali. Il primo lato del disco contiene il lungo brano LOVE IS PEACE, una suite improvvisata divisa in tre sezioni; nella prima la voce di Dadam canta su strutture acustiche rilassanti parlando di terre dove l'amore e la pace esistono ancora, argomenti preferiti tra l'altro da tutti i gruppi di libera impostazione hippies. Il brano prosegue con innumerevoli arpeggi di chitarra elettrica che vanno stratificando universi quieti e spiritualmente immensi; gli ultimi cinque minuti di LOVE IS PEACE trascorrono senza accorgimenti fra libere improvvisazioni all'interno delle quali l'ensemble acustico sfoga tutto il loro rifiuto verso la civiltà moderna. SNOW YOUR THURST AND SUN YOUR OPEN MOUTH nel secondo lato è un free-rock acido accompagnato da percussioni e batteria ipnotica; in esso le chitarre prendono strade proprie quasi a voler rappresentare devianze comportamentali di soggetti in preda alle visioni extracorporali dell'LSD. L'ultimo brano dell'album in questione PARAMECHANISCHE WELT si compone energicamente di ritmica percussiva e di folk-rock atto ad enunciare il funzionamento di un misterioso meccanismo mondiale; questo disco venne dato alle stampe dalla Ohr quando gli AMON DÜÜL non esistevano già più, il chitarrista John Weinzierl prenderà parte al successo internazionale degli AMON DÜÜL 2. I dischi usciti di seguito, mi riferisco a DISASTER pubblicato nel 1972 edEXPERIMENTE riesumato nel 1984, non fanno altro che riproporre frangenti diversi della stessa sessione che aveva dato vita alle prime due pubblicazioni, realizzando collage dei nastri archiviati e missando sperimentali effetti elettronici alle già complesse orchestrazioni free-rock. Come già riferito antecedentemente Christopher Karrer si prodigò nel 1968 alla separazione dalla formazione originale costituendo un collettivo che comprendeva inizialmente la cantante Renate Knaup, Peter Leopold (percussioni e pianoforte), Falk Rogner (tastiere), Holger Trülzsch (percussione turche), il dissidente John Weinzierl (chitarra, basso) e lo stesso Karrer (violino, chitarra, sax e voce); alle sessioni del gruppo partecipava anche il bassista inglese Dave Anderson. La produzione discografica degli AMON DÜÜL 2 mette in evidenza una tendenza musicale acida e violenta con un altalenante qualità musicale fra le molteplici pubblicazioni. Con il loro nutrito bagaglio di sperimentazioni rock si stabilirono fra le rock band teutoniche più rinomate a livello internazionale. La formazione fa propri i caratteri del già menzionato rock di libera protesta, specialmente nel primo disco PHALLUS DEI, pubblicato nel 1969; esso contiene quattro brani più una lunga suite di 20 minuti che dona il titolo all'album. KANAAN e' un pezzo aggressivo di heavy rock energico mentre DEM GUTEN, SCHÖNEN, WAHREN, non abbassando il tiro, sfoggia un testo puerilmente onirico; il trip acido di questo arcano trascendente apre un baratro oscuro e maligno sopra gli inferi che sovrastano le sonorità cosmiche. LUZIFERS GHILOM non accenna ad attenuare questa tecnica di blasfemia musicale e i suoni infernali conducono la voce completamente impazzita tenendola per mano su strutture rock progressive e devastanti. Il brano omonimo inizia con una sfilza di lancinanti rumori cosmici, fra voci urlanti il delirio e archi impazziti che sbocciano strutture bizzarre in continuo fermento; il rock si fa ordinatamente improvvisato e tremendamente distruttivo…brilla di molti sistemi sonori, la suite prosegue incessante esplorando territori metafisici dove tutti gli strumenti fuori di senno trovano spazio in un continuo susseguirsi di musica dura. Organo e cori si fondono dando vita ad un lugubre trapasso con il mondo dominato dalle tenebre, poi di nuovo gemiti invasati e il violino che richiama, in compagnia di un trialismo forsennato, il viaggio nella barca infernale di tutti i dannati. E’ sicuramente degli AMON DÜÜL 2 il merito d'aver ristrutturato il rock esoterico alla luce consapevole di architetture musicali tecnicamente maggiorate. Nel 1970 il doppio YETI prosegue su questa stessa strada, risulta però meno accessibile rispetto al precedente poiché settanta minuti circa d'improvvisazione totale sono responsabili di una estrema sperimentazione; nel frattempo in Inghilterra John Peel continuava a trasmettere i brani salienti della band tedesca contribuendo a renderla popolare oltre Manica, primo passo verso la svolta internazionale che porterà tanta fortuna artistica e commerciale. TANZ DER LEMMINGE è un altro doppio lp con brani rock sul genere e con due splendide suite di acid-folk e con sonorità spaziali generate da organi e sintetizzatori in aggiunta; SYNTELMAN’S MARCH OF THE ROARING SEVENTIES è un lungo brano cantato in Inglese con arrangiamenti ben curati, ricorda per certi versi il garage americano, mentre RESTLESS SKYLIGHT-TRANSISTOR-CHILD è una deformazione elettronica per strumentazione indiana. CHAMSIN SOUNDTRACK è composto da 18 minuti di rock avanguardista realizzato alla strumentazione elettrica per il confezionamento di una cosmica miscela stratiforme che ricorda vagamente le improvvisazioni dei primissimi PINK FLOYD. A partire dal 1972 e con la firma contrattuale con la United Artists gli AMON DÜÜL 2 divengono una rock band internazionale a tutti gli effetti, questo porta allo smussamento progressivo di tutti gli spigoli psichedelici e gia in CARNIVAL IN BABYLON si nota un poco simpatico interessamento per il folk e il rock più consono, cosa che porterà la band a confezionare almeno un paio di produzioni decisamente deludenti. Le poche cose buone del 1972 sono contenute in ALL THE YEARS ROUND e in GREEN BUBBLE RAINCOATED MAN, brani progressive con un’angelica interpretazione vocale della Knaup, in WIE DER WIND AM ENDE EINER STRASSE per musiche estatiche indiane, e nella drammatica DEUTSCH NEPAL per sintetizzatori. L’album più interessante del periodo commerciale rimane sicuramente VIVE LA TRANCE del 1973, maggiormente avvicinabile e con le immancabili innovazioni sonore che resero celebre il collettivo in tutta Europa. Tornato a collaborare con gli amici di un tempo, Lothar Meid portò in organico Keith Forcey, entrambi contribuirono ad aggiungere soluzioni pop all’interno dei brani JALOUSIE, TRAP, PIG MAN, MANANA, A MORNING EXCUSE, chiudendo in modo dignitoso il secondo momento creativo degli AMON DÜÜL 2. Disciolto il contratto con la United Artists il gruppo si apprestò a pubblicare prodotti qualitativamente inferiori, fra questiHIJACK (1974), il doppio MADE IN GERMANY (1975), PYRAGONY X (1976), ALMOST ALIVE(1977); le defezioni continuavano a susseguirsi, Meid con Forcey diede vita al supergruppo pop degli ACHTZEHN KARAT GOLD che pubblica ALL BUMM nel 1974 e in seguito si dedica a una carriera solista; Karrer decise di collaborare con il musicista sperimentale PETER FROHMADER e con gli EMBRYO, si ritira anche la Knaup e la band diviene troppo instabile fino al 1981 quando, dopo la pubblicazione di VORTEX, si sciolgono. Nello stesso anno John Weinzierl e Dave Anderson si appropriarono del sigla per firmare alcuni dischi di musica prettamente strumentale. E’ il caso del simpatico HAWK MEETS PENGUIN e di MEETINGS WITH MENMACHINES UNREMARKABLE HEROES OF THE PAST registrato in Inghilterra con l’ex batterista dei VAN DER GRAAF GENERATOR, Guy Evans. Negli anni novanta venne pubblicato un live alla BBC risalente al 1973 e nel 1994, riformato il complesso da Karrer, Meid e la Knaup, vennero eseguiti una serie di concerti e la registrazione di un dignitoso ritorno discografico NADA MOONSHINE.

 

La forza creativa - Faust contro Can

La differenza più ovvia tra il rock dei '60 e quello del decennio successivo rimane lo stato d'animo che ne influenza la sostanza; se la psichedelia era stata una filosofia di vita abbastanza solare, il progressive rappresenta il periodo di massima depressione di tutta la storia del rock; concretizzato in una visione del mondo “negativista” ed ostile. E’ all’interno di questo contesto che si inserisce l’esperienza esclusivamente tedesca del KRAUTROCK; le band d'oltre manica ebbero il merito di abbattere le barriere musicali, quelle tedeschi di produrre musica veramente innovativa che seppe col tempo influenzare intere generazioni musicali, dal rock al punk, dalla musica elettronica alla new age. La parola KRAUTROCK significa letteralmente "rock del cavolo" ed è stata assegnata dalla critica inglese all'inizio degli anni '70 ad una strana mutazione pop proveniente dalla Germania federale; un bizzarro miscuglio di progressive, psichedelia cosmica e sperimentazione estrema. Il senso dispregiativo con cui veniva utilizzata dalla critica, soprattutto quella inglese, la parola KRAUTROCK è stato assunto come "cavallo di battaglia" dai musicisti tedeschi, vedi i FAUST che ne nominano un brano contenuto nel loro quarto album. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la cultura popolare tedesca aveva perduto le proprie tradizioni musicali, contemporaneamente negli anni ’50 e ’60 gli artisti inglesi e americani sfornavano successi mondiali con ripercussioni sul mercato internazionale del disco; era una mera operazione commerciale di alcuni discografici che avevano semplicemente capito come dominare il sistema. Gli elencati dati di fatto non andavano probabilmente a genio ai giovani intellettuali tedeschi; come creare quindi una musica nuova, che non avesse gli esili connotati della canzone pop? che istituisse una sorta di folclore popolare e che portasse un chiaro messaggio politico a tutte le giovani masse? La risposta si trova nella coagulazione di tre fattori principali: il rock, l'avanguardia e l'elettronica. Il rock proveniente dalla Gran Bretagna e dagli USA venne quindi rivisto alla luce delle nuove tecnologie, nuove forme musicali prendevano spunto dalle avanguardie diStockhausen e Cage, dai ritmi tribali, dalla confusione totale e dai rumori industriali, mai nella storia del rock si era vissuta una rivoluzione così profonda. Tutto servì a generare una miscela esplosiva dove l'estrema fantasia creativa di alcuni visionari compositori e produttori contribuì a rendere popolare un genere musicale di per sé ostico e difficile come la musica contemporanea; e questo non soltanto entro i confini dello stato germanico, ma dovunque in Europa e nel mondo. Come già riferito, i primi a servirsi del termine “krautrock” furono i FAUST; essi si costituirono grazie al giornalista e produttore Uwe Nettelbeck che, sotto pressione della Polydor, voleva contrastare il successo dei giovani CAN fra gli appassionati tedeschi di rock creativo. Ironia della sorte in patria non furono nemmeno considerati, ottennero invece importanti riconoscimenti in Gran Bretagna dove divennero in pochi anni una delle band più quotate fra quelle sperimentali. Partiamo comunque dall’inizio, quando nel biennio ‘69/’70 la band dei CAN nutriva già diversi consensi di pubblico; d’altro canto i KRAFTWERK erano ancora sconosciuti, i NEU! dovevano ancora formarsi, e i giovani tedeschi avevano urgentemente bisogno, come abbiamo visto, di una nuova musica popolare, possibilmente legata al rock ma con profonde e radicali divergenze stilistiche rispetto al classico e canonico pop. A partire dal 1968 e sotto la denominazione di INNER SPACE i futuri CAN proponevano colonne sonore per la televisione e serate live a base di rock con interessantissime divagazioni psichedeliche e avanguardistiche; il tastierista Irmin Schmidt e il bassista Holger Czukay, padri storici della formazione, si erano conosciuti frequentando un corso di musica contemporanea al conservatorio di Colonia presso lo studio di Stockhausen. Non a caso lo stesso Czukay assieme a Rolf Dammers pubblicò nel 1969 un complesso disco d’avanguardia pura; CANAXIS FIVE con due suite che procedono manipolando delle cantilene vietnamite, con svariati effetti elettronici mentre la voce viene deformata da opprimenti riverberazioni elettroniche. Alla vigilia della prima uscita discografica gli INNER SPACE cambiarono definitivamente il nome in CAN, la formazione rappresentava all’epoca uno dei collettivi più preparati, con il già citato bassista Holger Czukay (esperto di musica etnica e tecnica del suono), con Michael Karoli (chitarrista svizzero e multi strumentista), con Jaki Liebezeit (batterista e percussionista di rara abilità), con il tastierista Irmin Schmidt  (insegnate di pianoforte), e con il cantate statunitense Malcolm Mooney. Nell’estate del 1969 stamparono in proprio cinquecento copie di MONSTER MOVIEche andò subito a ruba; incuriositi dalla cosa i produttori della United Artists misero sotto contratto i cinque e ristamparono a tempo di record il primo album che uscì pertanto ufficialmente prima della fine dell’anno. Il debutto dei CAN rappresenta l’antologia musicale della giovane band con i brani psichedelici registrati nel 1968 e quelli decisamente caotici e improvvisati registrati l’anno successivo; rimane lo spazio per una soave canzone pop che ricorda alcuni passaggi sixsty, si tratta di MARY, MARY SO CONTRARY. Per il resto si ascolta un rock energico cantato con fare maniacale da Malcolm Mooney che accompagna la chitarra elettronicamente storpiata; notevoli le divagazioni psichedeliche che si muovono fra il garage sullo stile dei 13th FLOOR ELEVATORS in OUTSIDE MY DOOR e il tribalismo ipercinetico e devastante della suite YOU DOO RIGHT. Ossessiva e tribale, questa figura come una jam influenzata dallo stile chitarristico e vocale di Hendrix e dal minimalismo improvvisato e rumoroso di Morton Subotnick. MONSTER MOVIE è un ottimo e colto contenitore d’esperienze rock che hanno saputo avvicinare l’ascoltatore medio alla sperimentazione più trasgressiva, cosa che gli altri gruppi tedeschi sul genere fecero soltanto un paio di anni dopo; lo schizzato Mooney abbandonò la band dopo alcune serate live sul mentre che la stessa si stava imponendo al mercato discografico Inglese, l’ormai leader Czukay provvide a sostituirlo con un giapponese dalle impressionanti capacità vocali. La permanenza per tre anni nel gruppo di Kenji “Damo” Suzuki segnerà il periodo maggiormente artistico, non a caso le sue performance canore donano ai brani più sperimentali le istanze emotive più raffinate e curiose. A testimonianza delle molteplici colonne sonore realizzate dai CAN per le produzioni cinematografiche underground venne stampato nel 1970 l’album SOUNDTRACKS; in realtà quattro brani su sette vennero registrati ex-novo approfittando della possibilità di proporre versioni diverse rispetto alle originali, in tal senso le “frequenze ugolari” di Damo Suzuki tornarono molto utili nel momento della riedizione di TANGO e DEADLOCK dal film omonimo, entrambi rappresentano i brani maggiormente musicali del disco. Dalla pellicola DEEP END di Skolimovski venne tratto invece l’energetico capolavoro MOTHER SKY; quattordici minuti di incessante pulsazione percussiva accompagnata da interventi strumentali improvvisati ed elettronici con la voce che recita una nenia stralunata; tribale e incessante la suite preconizza di gran lunga la produzione ipnotica dei NEU!. SOUL DESERT continua sullo stile apparentemente violento del precedente disco mentre il rock artistico si riscontra nel pezzo DON’T TURN THE LIGHT ON che getta le basi per tutta la futura produzione della band; il periodo di maturità artistica venne evidenziato nell’opera radicale TAGO MAGO. Si tratta di un monumentale doppio album che contiene alcuni brani prettamente sperimentali; cercando di analizzare gli aspetti caratteristici del disco, ci si imbatte nei tre pezzi di lunghezza standard. PAPERHOUSE è una canzone lenta, dolce e melliflua, a tratti addirittura progressiva; MUSHROOM rappresenta da parte sua un'eclettica psichedelica verbale su tappeto ipnotico mentre OH YEAH non può essere altro che un viaggio centrifugo a metà strada tra la musica cosmica e il rock elettronico jezzato. Il secondo lato del primo vinile contiene la suite HALLELUHWAH e cioè un funky d'atmosfera ipertensivo e grondante di meccanicismo. Nel secondo vinile la lunga AUMGN raccoglie bizzarre sonorità sperimentali con gli effetti di ritardo che sfasano i suoni nel tempo, tremendamente spasmodica la cupa sinfonia si organizza in una rincorsa elettronica con grande ausilio di musica contemporanea e nastro magnetico. La canzone sperimentale di PEKING O recita su quadro astratto un pezzo che diviene ritmato e carino mentre l’ultimo BRING ME COFFEE OR TEA riporta fortunatamente l'ascoltatore sul filo conduttore di una musica stabilizzata dopo tanti turbamenti uditivi; il paragone con i collage “pop-art” dei “Velvet Underground” è inevitabile. A questo punto si inserisce l’esperienza analogamente dissacratoria dei misteriosi FAUST che partendo da “Frank Zappa” e dagli stessi “Velvet Underground” seppero ricreare un’originale miscela stilistica in bilico fra rock creativo ed elettronica demenziale. I componenti la formazione (Werner Diermaier, Jean-Hervé Peron, Rudolf Sossna, Gunther Wüsthoff, Arnulf Meifert, Hans-Joachim Irmler) provenivano da esperienze artistiche di cinematografia d’avanguardia, cabaret futurista e musica contemporanea, debuttarono alla Musikhalle di Amburgo ma senza grossi apprezzamenti da parte dei giovani presenti che non compresero affatto il loro caotico collage di rock e suoni cacofonici; la stampa musicale inglese elogiò invece a più riprese il loro primo album omonimo mentre il dj David Peel si innamorò perdutamente dei loro divertenti stacchetti pseudo musicali. FAUST pubblicato nel 1971 propone un variegato insieme di suoni volutamente orribili e fastidiosi che si mischiano senza posa agli interventi strumentali elettro-acustici o direttamente elettronici; concettualmente parlando il disco esalta tutto quello che in musica può essere cupo, ossessivo, terrificante e paranoico. Tre anarchiche suite che per violenza distruttiva e purezza sperimentale rappresentano il più intellettuale capolavoro del rock tedesco distaccando di molto le già brillanti idee di TAGO MAGO; il brano maggiormente interessante e per combinazione anche il più musicale è MISS FORTUNE che si differenzia dagli altri per uno storpiamento sistematico degli strumenti. Lo stesso inizia con un’orchestra di seghe che si esibiscono pulsanti e tempestose; quando il crescente marasma esplode in una estatica performance avanguardista, un tenore in preda ai fumi dell’alcol accompagna i vari strumenti tra cui il piano e le percussioni anch’esse grottesche. Man mano che il brano prende quota l’insieme sonoro si fa più affascinate sorvolando a volo radente i confini tra la musica e il rumore, il pezzo si stempera con le frequenze più stridenti che un sintetizzatore può emettere. “Are we supposed to be or not to be?” recitato da cinque voci è un chiaro omaggio ai “Velvet Underground”, e così si chiuse l’originalissimo capolavoro dei FAUST; ma gli stessi non si accontentano della loro prima opera lobotomica e ci riprovarono l’anno successivo con SO FAR. Supportato da una copertina del tutto particolare, minimalista, spartana, contenete una busta di cartoncino morbido e otto stampe raffiguranti i vari momenti del disco, lo stesso comincia con sette minuti di metronomico percussionismo sovrastato solo da una chitarra schizofrenica e dalla voce che ripete incessantemente IT'S A RAINY DAY, SUNSHINE GIRL. La seconda traccia ON THE WAY TO ABAMAE, decisamente in opposizione, è un salmo folcloristico a tratti solare mentre NO HARM è lungo dieci minuti ed incorpora un introduzione lugubre e sinistra con fiati spensierati che si aprono un po' alla volta assieme alla chitarra elettrica; un ritmo ripetitivo che accompagna un'esecuzione acida di chitarra processata a più non posso introduce un assolo d'effetti taglienti più urla varie. Il brano SO FAR è una giungla folle di rumori e ritornelli jazz che prendono il comando della scena e semplicemente procedono replicandosi continuamente, sovrastati solo da orrendi effetti elettronici; un cupo rumore di pressa meccanica s'innalza assieme alla fedele sega elettrica che stride. L'andamento si fa sempre più pesante e allo stesso tempo avvincente, denso fino all'inverosimile di suoni d'acciaieria pesante. CAR & TV cambia totalmente registro e passa ora ad una canzoncina da sagra paesana dove un coro di voci strampalate apre le porte a PICNIC ON A FROEZEN RIVER, brano presente anche nel disco FAUST IV di un anno più giovane. L'album continua con esperimenti dadaisti, effetti vocali incredibili, sintonie radiofoniche e con il free-jazz di PUT ON YOUR SOOCKS. La risposta dei CAN da Colonia è il degradato EGE BAMYASI OKRASCHOTEN che risulta tra l’altro il loro disco più venduto; in esso due lunghe gag (PINCH e SOUP) tendono ad emulare il collage sonoro nevrastenico, contemporaneamente il prodotto rappresenta anche il primo momento distensivo all’interno del panorama musicale dei CAN, grazie a leggiadri e orecchiabili arrangiamenti, a facili motivetti elettro-pop alla RALF UND FLORIAN, e all’unica hit dell’intera discografia CAN, mi riferisco al brano SPOON. I cinque riuscirono a mietere consensi al di fuori della cerchia di appassionati stretti del genere; dopo la registrazione del quinto album FUTURE DAYS il cantante Suzuki abbandonò la band e da allora le parti vocali furono interpretate da Schmidt e principalmente da Karoli. Nel frattempo Wüsthoff, Diermaier e Peron diedero prova di grande versatilità artistica collaborarono con gli inglesi Slapp Happy per la stesura del loro primo disco, mentre con l’aggiunta di Rudolf Sossna accompagnarono lo sperimentatore americano Tony Conrad, dell’entourage di La Monte Young, alla registrazione del suo personale contributo alla musica “dream house”. Il minimale OUTSIDE THE DREAM SYNDACATE rappresenta il lato nascosto e filosofico dei FAUST che in esso suonavano linee monotone e continue di violino, basso, percussioni e suoni elettronici. Arrivò in seguito il contratto discografico con la Virgin che pubblicò due album entrambi del 1973; il bizzarro FAUST TAPES raccoglie numerosi nastri scartati durante le due produzioni precedenti, gli stessi formano una lunga serie ininterrotta di scenette sonore, fra musica industriale, rock d’avanguardia e cacofonie varie, alcuni fra i migliori intereventi della band sono contenuti proprio in questo disco. Il 33 giri FAUST TAPES venne venduto in Inghilterra al prezzo di un singolo a scopo pubblicitario; la cosa funzionò e il successivo FAUST IV, registrato in parte al Manor Studio in Oxfordshire, ottenne dei buoni consensi di pubblico. L’ultima pubblicazione citata è probabilmente il disco meno sperimentale dei FAUST anche se all’interno ancora molte sperimentazioni vennero miscelati a nuove canzoni; purtroppo il valore artistico è inferiore rispetto alle precedenti produzioni. Anche i CAN passarono alla Virgin e si plasmarono sempre di più sul modello creativo istaurato dai diretti concorrenti in campo, realizzarono anch’essi raccolte di materiali strampalati, è il caso di LIMITED EDITION ad esempio; con SAW DELIGHT del 1977 entrarono in organico l’ex Traffic, Rosko Gee al basso, e Reebop Kwaku Baah alle percussioni. Czukay era sempre più assente, i dischi diretti da Karoli (OUT OF REACH e CAN) risultano piuttosto interessanti poiché maggiormente influenzati dallo strano connubio di rock elettronico e di funky. Entrambe le formazioni, divenute durante gli anni ’80 oggetto di culto, ritornarono sul finire dello stesso decennio e durante i ‘90 con vecchie glorie rimaste inedite, live poco professionale e qualche nuova proposta discografica, anche in questo caso i FAUST si dimostrarono astuti e abbondantemente creativi proponendo goliardiche sperimentazioni elettroniche in YOU KNOW FAUST e ritornando al minimalismo più fiscale con l’opera FAUST WAKES NOSFERATU.

 

Un hard rock piuttosto cosmico - gli Eloy

Gli ELOY sono uno dei migliori gruppi progressivi tedeschi con una line-up di musicisti veramente eccezionale. Si formarono ad Essen nel 1970 grazie al cantante e chitarrista Frank Bornemann e al batterista Helmut Drath con altri musicisti, come Manfred Wieczorke (basso, chitarra, voce), Erich Schriever (voce, tastiere), Wolfgang Stöcker (basso), tutti ansiosi di sperimentare soluzioni nuove all’interno del rock. Il nome venne preso dal racconto “La Macchina Del Tempo” scritto nel 1895 da Herbert George Wells mentre la musica inizialmente influenzata soprattutto dall’hard rock venne etichettata dalla stampa specializzata come “heavy electronic pacific rock”; pubblicarono un primo singolo con DAYBREAK e WALK ALONE, poi durante alcune sessioni l’eccentrico tecnico Conrad Plank registrò sette tracce che andarono a formare nel 1971 il loro primo album omonimo, stampato dalla Philips. La presenza di Plank dietro le quinte si percepisce nel brano SOMETHING YELLOW, con improvvisazioni deflagranti e sperimentazioni elettro-acustiche, e in TODAY con inizio denso di stralunati echi cosmici. ISLE OF SUN è un carismatico brano progressive realizzato alla maniera "sixty" con tappeto d’organo e cantato romantico, per il resto si tratta di un hard rock progressivo ben suonato e con testi impegnati politicamente, cantati tassativamente in inglese. Alcuni dissensi interni portarono la band a rimproverare a Schriever di essere troppo impegnato politicamente e lo stesso alla fine abbandonò il progetto, venne sostituito all’organo da Wieczorke e alle parti vocali da Bornemann e dallo stesso Wieczorke; anche Drath alla fine se ne andò lasciando le ritmiche ad un nuovo componente, Fritz Randow. L’impostazione rinfrescata è un bene poiché Bornemann, ormai leader a tutti gli effetti, poté gestire in libertà la formazione e portarla verso il successo commerciale; la ricetta in merito vede un convogliamento della letteratura fantascientifica all’interno delle pieghe di un rock concettuale fra i più ricercati, un discorso analogo a quello "psi-fi" degli inglesi JULIAN'S TREATMENT. A tal proposito, il secondo album INSIDE, potrebbe essere tranquillamente inserito nella classifica dei dieci dischi più belli di tutto il rock progressivo. Si tratta di un ambizioso concept album con una lunga suite densa di misteriosi anfratti emotivi, LAND OF NO BODY occupa tutto il primo lato con un rock duro e trascinante che tocca occasionalmente elevate atmosfere emozionali fra sibili e pulsazioni interstellari. INSIDE e FUTURE CITY continuano a proporre testi fantastici in un alternanza musicale di melodia delicata e vigore strumentale; UP AND DOWN contiene soluzioni ancora migliori con originali trovate sonore ed un organo ingenuo ma ugualmente attraente. A chi li accusò di essere troppo vicini elle sonorità dei “Pink Floyd” risposero con i successivi FLOATING ePOWER AND THE PASSION pubblicati rispettivamente nel 1974 e nel 1975; è un rituffo nelle ritmiche hard realizzato con difficili e veloci arrangiamenti d’insieme, per la prima volta venne coniato lo stile canoro degli ELOY grazie a Bornemann che interpreta i testi in lingua inglese ma con un notevole accento tedesco, un tono di voce tranquillo ma egualmente sostenuto. Le cose migliori del biennio sono i brani lunghi THE LIGHT FROM DEEP DARKNESS, PLASTIC GIRL, LOVE OVER SIX CENTURIES, MUTINY contenuti nelle produzioni sopra menzionate. Nel 1976 Wieczorke uscì dalla band per entrare nei JANE e continuare a suonare hard rock mentre gli ELOY si stabiliscono con un organico nuovamente rinnovato sull’olimpo del rock sinfonico; DAWN e il famoso OCEAN viaggiano in questa direzione, OCEAN in maggior misura fa proprio uno stile a metà tra il progressive e il rock spaziale come i testi ispirati alla leggenda di Atlantide. Il successo della tournee tedesca del 1977 portò alla realizzazione di un doppio documento LIVE mentre dello stesso periodo è interessante anche SILENT CRIES AND MIGHTY ECHOES con un'entrata cosmica in piena regola, organi che mantengono lunghi accordi spazio-temporali e le chitarre che scandiscono sequenze abbandonate tra le nebulose. Le tastiere sono divenute nella musica degli ELOY una presenza inscindibile per confezionare atmosfere spaziali, e lo dimostra il brano FORCE MAJEURE che riprende l'elettronica dei TANGERINE DREAM per farne un surrogato del rock. Le artificiose situazioni fluttuanti vanno scemando però nelle produzioni a seguire spesso incentrare sul puro hard rock, a tal proposito è importante notare come discreti album dei primi anni ’80 creino una frattura insanabile tra i vecchi ELOY e i nuovi, meno interessati alla creatività e più all'energia.

 

Bröselmaschine

L’album omonimo dei BRÖSELMASCHINE contiene una delicata miscela di musiche diverse fuse con svariati stili etnici; la band venne formata nel 1969 dallo scrittore e chitarrista Peter Bursch, famoso per il suo manuale sulla tecnica alla chitarra acustica, e da alcuni musicisti attivi nel campo del folk tedesco. Questi sono la cantante e flautista Jenni Schücker, il cantante e chitarrista Willi Kismer, il bassista Lutz Ringer e il percussionista e tastierista Mike Hellbach. Il disco omonimo venne prodotto da Rolf-Ulrich Kaiser e propone dei brani folcloristici interpretati dagli strumenti acustici tradizionali e dalla suadente voce di Jenni Schucker che canta i curiosi testi di GEDANKEN e THE OLD MAN'S SONG. Nel secondo lato del disco vengono alla luce due lunghi brani allucinati, belli nell'impostazione sperimentale tra musica indiana e incantatrici divagazioni. Per il restante della discografia i BRÖSELMASCHINE proposero un folk molto più leggero e commerciale rispetto a quello contenuto nel loro primo spirituale progetto musicale.

 

Curly Curve

I CURLY CURVE vennero fondati a Berlino ovest nel 1968 dal bassista Kurt Herkenberg, che aveva suonato l’anno precedente con la primissima formazione dei TANGERINE DREAM; all’interno della band si alternano diversi musicisti tra cui Alex Conti e Heiner Pudelko che abbandonarono però prima dell’uscita del disco omonimo. Nel frattempo anche lo stile musicale subì delle modifiche, i CURLY CURVE sono nati infatti come band psichedelica senza ambizioni politiche all’interno del panorama underground berlinese, perfezionano il loro stile nei ’70 grazie ad un rock grintoso. La nuova line-up era formata dal leader bassista Herkenberg, dai chitarristi e cantanti Hanno Bruhn e Martin Knaden, dal tastierista Chris Axel Klöber, dal batterista e percussionista Hans Wallbaum di origini olandesi. La prima sessione in studio li vide assieme nel 1973 grazie al produttore Frank Oeser che fece pubblicare dall'etichetta Brain l’album che ne deriva. L’omonimo CURLY CURVE contiene otto brani articolati con canzoni in lingua inglese che riprendono i temi cari al rock popolare ma con arrangiamenti diametralmente opposti, si tratta spesso di blues dai contorni piuttosto sfumati, splendidi i motivi morbidi di I’M GETTIN’ BETTER e la ballata americana HELL AND BOOZE. Il rock diviene preponderante in BITTER SWEET e ALL THINGS CLEAR, mentre curiosa risulta la voce di Bruhn nelle parti da lui stesso interpretate con tonalità profonde e roche. Per il resto potenti rift strumentali fanno bella mostra di se con qualche impalpabile innesto psichedelico e con una più nutrita divagazione chitarristica nelle bellissime SHITKICKER e QUEEN OF SPADES. Ricevettero molteplici consensi di critica da molte testare specializzate dell’epoca; l’incoraggiamento che ne deriva portò la band a preparare un secondo capitolo discografico. Otto nuovi brani vengono registrati in maniera privata nel 1974 ma un ulteriore contratto che potesse garantirne la pubblicazione non si trovò e il materiale rimane nei cassetti per sette anni; nel 1981 con un’edizione limitata prodotta dal collezionista Kurt Wehrs venne finalmente stampato il vecchio demo dei CURLY CURVE, mille copie soltanto dell’album denominato FORGOTTEN TAPES. Purtroppo la qualità del suono non è buona, rimane ottima invece la musica della band che approfondisce le tematiche stilistiche già esposte, oltre a rispolverare per l’occasione un vecchio stile acido miscelato al rhythm‘n’blues, cosa che non facevano più dal 1968. A tal proposito risultano significativi i brani LOOKIN’ BACK, DECEPTION, MY LITTLE ZOO, che devono comunque molto al blues psichedelico degli anni ’60. Un po’ alla volta la formazione si sfaldò, i vari componenti si mossero verso altri progetti fino a quando Kurt Herkenberg fu trovato morto nel 1983 in circostanze misteriose, i CURLY CURVE chiusero definitivamente i battenti rimanendo una band di culto fra le molte del sottosuolo berlinese.

 

Deuter

GEORG DEUTER è musicista solista, compositore e pluri-strumentista che proviene dalla scena rock di Monaco; il primi album che realizzò è il meno contaminato dalla passione per la musica indiana e per le filosofie orientali e probabilmente risulta anche il capitolo più interessante dell’intera sua discografia. Prima di abbandonarsi completamente alle dottrine buddiste convertendo il proprio nome in “Chaitanya Hari Deuter” e la musica in scontata new-age, ci regala almeno due capolavori non convenzionali in bilico fra elettronica, psichedelia e musica spirituale. Il lato primario in “D” contiene la suite BABYLON e il brano DER TURM/FLUCHTPUNKT; la prima inizia con un andante di chitarra goliardica realizzata con effetti e nastri elaborati al rallenty. Il ritmo si condensa in una passacaglia assetata d'eventi e il brano realizza una sorta di rock sperimentale; il tutto si stempera in un’atmosfera arcana dove l'organo viene suonato in maniera originale e dove ben presto una melodia orientaleggiante di corde striscianti sfoga la propria preghiera. Gli ultimi quattro minuti velocizzano molto il susseguirsi degli eventi donando al pezzo un carattere finalmente forte e deciso. Quella in questione risulta tutt’altro che musica rilassante, anche il secondo pezzo attinge infatti dalla musica etnica dedicandosi ad un percussionismo ritmico molto sconvolgente. All'interno di questo, le strutture elettriche prendono il comando assieme a trattamenti metallici simili a vocalismi indiani, movimenti profondi, rapidi ed oscuri che popolano l’etere di sonorità debordanti. E’ da notare come DEUTER riesca ad utilizzare gli effetti elettronici in maniera totalmente creativa all’interno dei dieci minuti d’improvvisazione incantevole al sitar di KRISHNA EATING FISH & CHIPS e in GAMMASTRAHLEN-LAMM, che rimane tra l’altro il suo pezzo maggiormente cosmico, influenzato dagli esperimenti di Ligeti e dai soliti stordimenti elettronici. Anche nel successivo AUM l’ascoltatore viene trasportato in ambienti d'improvvisazione spirituale tramite intermezzi etnici e atmosferiche stasi sonore, questa volta però c’è spazio anche per la calma e la meditazione; le composizioni sono abbondantemente acustiche, vedi ad esempio i brani SOMA, PHOENIX, SATTWA, qua e la si odono anche suoni ripresi in natura come il canto degli uccelli, lo scosciare dell’acqua, le onde del mare. Avvincenti percussioni esotiche e fluttuanti deturpazioni elettro-acustiche, che sguazzano ininterrotte all’interno del collage sinfonico, rappresentano sempre le parti più mirate della musica del compositore tedesco; tanto prestigiose nei richiami vaporosi di OFFENER HIMMEL2 quanto nel vibrante pulsare armonioso di SURAT SHABDA. Il brano più lungo (SUSANI), è un infinito rimbombare di echi galattici con la voce ch'emette inedite frequenze sonore come in un mantra che si avvicina e si allontana nello spazio, la misteriosa carovana uditiva si stempera in fine con infiniti tintinnii. Dopo un periodo di ritiro DEUTER diviene uno dei più popolari pionieri della musica new age europea, attraverso gli albumCELEBRATION, HALEAKALA, ECSTASY, conia quel determinato stile che vede fondersi la musica per il rilassamento con la melodia in stile occidentale, e l’impatto emotivo della strumentazione indiana con le frequenze silenti dei sintetizzatori.

 

Floh De Cologne

Il collettivo dei FLOH DE COLOGNE è tra i più politicizzati e oltraggiosi ensemble socio-politici del  rock tedesco; al solo pronunciare le parole capitalismo e profitto, si lanciavano in incredibili performance sonore e teatrali. La loro provocazione culminava nelle esibizioni live dove convogliavano cabaret, rock, folclore ed elaborate strutture musicali a metà strada tra la satira e la musica puerile. L’attivista politico Dieter Suverkrup mise assieme il complesso nel 1966 e due anni dopo dava alle stampe VIETNAM, scontato riferire che si tratta di un’opera di antiamericanismo. All’alba del decennio successivo la band venne completamente rivoluzionata, Suverkrup abbandonò il progetto e della vecchia formazione rimasero solamente Dieter Klemm, Markus Schmidt e Gerd Wollschon; a dare man forte ci pensarono i nuovi Hansi Frank e Dick Städtler. I cinque musicisti si spartiscono inFLIESSBANDBABYS BEAT-SHOW, prima pubblicazione dell’etichetta Ohr, una serie notevole di strumenti; dalla batteria alle percussioni, dalla chitarre acustiche a quelle elettriche, dall’organo elettrico al basso. Tutto per confezionare un’opera di propaganda politica, interessante per quanto concerne le soluzioni musicali, ma esasperante sotto il profilo ideologico. I testi sono quasi esclusivamente incentrati sulla protesta sociale dei lavoratori  mentre tutti i brani sono missati tra loro in modo da ricreare lo scorrere ininterrotto degli eventi. Le musiche risultano ancora fortemente legate al rock dei ’60, in FLIESSBAND e in DU SITZT IM GEFÄNGNIS si notano le influenze di “The Piper At The Gates Of Down” e in KOMM MIT MIR INS WEGSCHMEISS WUNDERLAND quelle di “Frank Zappa”. Per il resto si ascoltano originali e strampalati impasti stilistici di folk, rock psichedelico e cabaret. Il secondo disco ROCKOPER PROFITGEIER venne registrato durante una rappresentazioni dal vivo; in questo l'avvoltoio del profitto è rappresentazione di un nemico cattivo da catturare e squartare poiché in esso s'identificata la causa di ogni male sociale. Il disco inizia con un furioso balletto anticapitalista e incorpora di seguito tutte le idee di propaganda più bizzarre e stravaganti. In sostanza rappresenta un caposaldo della fantasia musicale a ruota libera, distante comunque dal solito rock di protesta. Il collettivo continuava intanto a promuovere spettacoli dai contenuti satirici e musicali; è il caso di LUCKY STREIK registrato allo stadio Gummersbach nel 1972 durante una lunga esibizione. L'edizione originale si compone di due LP che contengono l'enorme mole di brani, molti dei quali particolarmente qualitativi. L'intento principale della band e' sempre il medesimo, denigrare ogni forma di capitalismo utilizzando spesso l'arma della farsa goliardica, gli slogan socialisti recitati in tedesco vengono enunciati ad alta voce sovrastando le note che si diversificano in continuazione. Le musiche spaziano ora dal blues al folk, dal rock tradizionale al country, ma il tutto ha sempre e comunque un vago sapore dissacratorio. L’ultimo album pubblicato per la Ohr, GEYER SYMPHONIE è anche l’ultima pubblicazione in assoluto della famosa etichetta, sopraffatta dallo stesso sistema discografico che cercava di contrastare e che, nella sua immensa contrapposizione, andava inconsciamente emulando. In qualunque caso GEYER SYMPHONIE è un lavoro concettuale che racconta delle vicende avide e crudeli dell’industriale capitalista Friedrich Flick, raccontate durante il suo stesso funerale. L’atmosfera è per questo funeraria mentre i testi, tutti recitati, sono avvolti dall’alone macabro ed austero del rito stesso, le parti musicali sono ridotte notevolmente rispetto ai precedenti spettacoli. Mano a mano che nella società vengono ascoltate ed accettate le richieste proletarie, questo tipo di formazioni musicali estremamente politicizzate perdono gran parte del loro fascino; i FLOH DE COLOGNE continuano a pubblicare comunque dischi fino ai primi anni ’80 senza ricevere dagli stessi altri grossi consensi da parte del pubblico.

 

Christopher Franke

CHRIS FRANKE era stato durante gli anni '70 una delle menti più floride della musica cosmica, con i TANGERINE DREAM seppe gestire partiture per percussioni ed elettronica sempre più raffinate ed innovative; basti pensare ai celebri passi sequenziali che spesso e volentieri erano studiati e creati da lui in persona. Nel 1988 lasciò il gruppo di Edgar Froese per trasferirsi negli USA dove iniziò una florida collaborazione con le istituzioni cinematografiche statunitensi; fra le varie colonne sonore realizzate, trova il tempo per album personali di grande impatto emotivo come KLEMANIA pubblicato appunto in America nel 1995, o ENCHANTING NATURE. Una delle poche pubblicazioni degne di nota è proprio il monolitico KLEMANIA con due oscuri e ambientali brani di sola elettronica in aggiunta ad un pezzo cosmico di quattro minuti (SILENT WAVES) che per alcuni aspetti riporta alla memoria lo stile dei TANGERINE DREAM. SCATTERED THOUGHTS OF A CANYON FLIGHT inizia con una techno molto veloce, quasi una trance eterea che ben presto si assesta in atmosferiche armonie molto equilibrate; la musica non è propriamente cosmica ma l'ambiente sonoro che si viene delineando è comunque un misto di fanta-musica e ambient. A metà brano la melodia irrompe prepotentemente e il tutto diviene particolarmente affascinante oltre che orecchiabile. In chiusura si convogliano sensazioni astrali e silenti orchestrazioni sintetiche in un fluire da colonna sonora accattivante e di facile presa, si pone l'ascoltatore in un contesto musicale bellissimo e contemporaneamente terrificante. In INSIDE THE MORPHING SPACE subentrano i sequencer che, galoppando su strutture ripetitive, generano stratificazioni di elettronica cosmica con richiami netti e precisi all'album RICOCHET; i rimbalzi del delay continuano infatti fino a quando un massiccio ammasso di tastiere avanza lentamente scoprendo al suo seguito un ritmico brano quasi commerciale. Di nuovo ambient, effetti spaziali, sibili e carillon astrali mentre la suite diviene nel finale un’armonica soundtrack che non disgusta affatto. Questo album rappresenta, per i cultori del rock elettronico tedesco, la fine degli esperimenti su quella strada e l'inizio di un nuovo corso che vede la maturazione musicale di quegli artisti sempre più richiesti oramai dal cinema, dalle produzioni di consumo e dalle discoteche.

 

Frumpy

Originariamente i FRUMPY erano una band che s’ispirava prevalentemente al folk inglese; costituiti nel 1965 i “City Preachers" cambiano i loro gusti musicali e anche il nome nel 1970. Uscirono alcuni componenti della vecchia formazione e rimasero in organico il cantante Inga Rumpf, il bassista Karlheinz Schott e il batterista Carsten Bohn. Registrarono ALL WILL BE CHANGED con l'importante supporto strumentale e compositivo del tastierista francese Jean-Jacques Kravetz, lo stesso che introduce gli elementi classicheggianti all'interno del rock-blues della band. Il primo album era stato abbondantemente promosso prima della pubblicazione grazie a numerosi concerti in Germania e in Francia, lo stesso contiene alcuni brani prettamente blues sommati a due bellissime suite progressive. Mi riferisco a ROSALIE e OTIUM, lenta e meditativa con complessi fraseggi di organo elettrico, ed a FLOATING e BAROQUE, più movimentata e ricca di soluzioni classicheggianti e impressionistiche. Per il secondo lavoro della band di Amburgo entrò in formazione il chitarrista Rainer Baumann; FRUMPY 2 venne pubblicato nel 1972 e pianifica il definitivo stile a cavallo tra jazz, rock e folk in quattro suite di media lunghezza con alcuni eccellenti interventi classicheggianti eseguiti sempre alle tastiere. Alcune divergenze fra i componenti portarono ad una momentanea defezione, Kravetz uscì per qualche mese e si dedicò ad un progetto solista a cui collaborò marginalmente Inga Rumpf, ritornato forse a malincuore per la registrazione di BY THE WAY e per un nuovo tour da cui venne tratto il doppio LIVE. L’intera storia dei FRUMPY si consuma nel giro di pochi anni; già dai primi mesi del 1973, Kravetz, Schott e Rumpf costituirono assieme ad altri musicisti una nuova formazione denominata ATLANTIS. Recentemente è avvenuta una reunion che ha portato alla registrazione dell’album NOW! e alla partecipazione ad alcune serate live.

 

Gäa

L’oscura formazione dei GÄA si compone del chitarrista e cantante Werner Frey, del batterista Stefan Dörr, del percussionista Werner Jungmann, dell’organista Günter Lackes, e del bassista e flautista Peter Bell. L’unico album che riuscirono a pubblicare nel 1973 rappresenta un capolavoro del rock teutonico con importanti elementi psichedelici e progressivi; il brano trainante rimane il lungo URANUS con il suo testo cantato in tedesco dal sapore vagamente cosmico, e con la musica che si sviluppa lentamente fra le istanze galattiche fino a culminare in un hard rock progressivo di facile presa. TANZ MIT DEM MOND riflette la vena enigmatica e misteriosa del gruppo con un corale intenso eseguito sempre in tedesco, mentre MUTTER ERDE ritorna sull’hard rock progressivo e GÄA sull’esecuzioni strumentali puramente psichedeliche.

 

Gomorrha

Fra le band più fedeli alla psichedelia americana c’e’ sicuramente quella dei GOMORRHA, nata sul finire dei ’60 grazie al tastierista, bassista e cantante Eberhard Krietsch e al batterista Helmut Pohl; questi assoldano i due chitarristi Ali Claudi e Ad Ochel per la stesura di un album leggendario. L’omonimo dei GOMORRHA venne registrato nel 1969 con l’aiuto di Conrad Plank che inserisce spettacolari deturpazioni elettroniche all’interno della lunga TRAUMA, la stessa inizia sottoforma di canzone ma degenera rapidamente in una psichedelia spaziale densa d'anfratti metafisici e improvvisazioni acide. Sono contenuti in questo brano almeno dieci minuti di depressivi vortici allucinogeni che per lentezza e spaziosità esecutiva possono essere associati alla musica cosmica più radicale. Visto il discreto successo esercitato da GOMORRHA, e siccome la pubblicazione era realizzata in totale economia, la Basf decise di riproporre a distanza di un anno lo stesso album corretto e rivisitato alla luce di nuovi e più tecnologici sistemi di registrazione e con i testi in inglese. Per l’occasione entrò nella band anche un nuovo cantante, si tratta di Peter Otten, specializzato in esecuzioni vocali in lingua inglese. TRAUMA di un anno più giovane contiene quindi otto brani corti rivisitati e ri-arrangiati; fra questi compaiono pezzi prettamente psichedelici come FIREHANDS, LOLA, RAINBOWLIGHT, ed altri meno innovativi e più vicini al pop come DEAD LAND, YESTERDAY, e SUMMER, sempre e comunque densi di umori depressivi. Nel 1972 grazie all’interessamento dell’etichetta Brain riescono a registrare altre sei tracce pubblicate all’interno di I TURNED TO SEE WHOSE VOICE IT WAS. L’album contiene dei complessi arrangiamenti psichedelici che fanno capolino fra le misture di hard rock e tra le sperimentative trovate elettro-acustiche, mentre alcuni silenti momenti di quiete si possono assaporare disseminati fra i meandri di DANCE ON A VOLCANO. Nel 1973 la band si sciolse e i cinque componenti ritornarono nello sconosciuto sottosuolo artistico da cui erano venuti senza lasciare di seguito alcuna traccia musicale.

 

Grobschnitt

Una delle tante rivelazioni rock della Germania Occidentale di tre decenni fa sono stati i GROBSCHNITT che, come tante altre formazioni tedesche di quel periodo, proponevano un progressive di buona fattura arricchito da molte eccentriche ed originali divagazioni; erano sorti sulle macerie di una blues-band, i "Charing Cross" per opera del batterista e tuttofare Joachim H.Ehrig che già in quei remoti periodi si faceva chiamare "Eroc". Nella prima uscita discografica, l'album omonimo del 1972, i GROBSCHNITT chiarirono subito qual'era il loro modo d'intendere il rock progressivo, l'hard rock, la psichedelia e tutto il resto; si posero infatti come ponte ideale fra il teatro zappiano e la musica di consumo, quella che faceva contenti i discografici e che si ascoltava alla radio, rimanendo comunque un fenomeno commerciale tutto tedesco. La band era composta all'epoca da cinque bizzarri personaggi che durante i concerti alternavano musica e sketch umoristici di satira sociale. Tutti erano forniti di soprannomi, Gerd Otto Kühn (detto Lupo) alla chitarra elettrica, Volkar Kahrs (detto Il Mistico) alle tastiere, Wolfgang Jäger (detto Popo) al basso, subentrato però a Bernard Uhlemann dopo il 1974, c'erano anche Stefan Danielak (Wildschwei) alla voce e Joachim Ehrig (Eroc) alla batteria. Quest'utlimo molto spesso smetteva con le percussioni ed iniziava a cantare sguaiando canzonacce da osteria oppure si assestava davanti al suo VCS3, un sintetizzatore di fabbricazione inglese molto noto in Germania, e produceva rumori elettronici improvvisando con fantasia a questo mezzo d'avanguardia. "Ballermann" era lo pseudonimo di un ciccionissimo roady che si portavano appresso durante i concerti, questo aveva ideato una specie di concept che vedeva se stesso intraprendere un viaggio (good trip) dall'Africa allo spazio profondo; i GROBSCHNITT musicarono l'idea che alla fine divenne il loro secondo album. Il doppio BALLERMANN venne venduto al prezzo di uno disco singolo, il secondo vinile era pertanto un bonus contenente la lunga suite "Solar Music", questa divenne in seguito il cavallo di troia dei loro spettacoli dal vivo; un vero ariete di space rock energico suddiviso in due parti. Nella prima il rock si fonde ai sibili interstellari, alle voci umane dei cosmonauti in orbita, ai guaiti di Laika, la cagnetta cosmica. Nella seconda la musica ricalca molto il rock argonautico degli "Eloy" e anche le combinazioni elettronica/chitarra sullo stile degli "Ash Ra Tempel". Le altre parti caratteriali dell'album sono sicuramente l'oltraggiosa canzone demenziale "Sahara" e i due pezzi lunghi ("Nickel-Odeon" e "Magic Train"); lo stile di questa band è molto interessante anche se ricalca il progressive di altre "semi-obscure" formazioni tedesche, tipo "Nektar", "Eloy", "Wallenstein", etc etc. I testi sono cantati tutti in inglese con accento pesantemente germanico. Dopo "Ballermann", un terzo album di valore denominato JUMBO, e il gruppo cominciò a perdere i tasselli di un progetto cominciato bene e terminato a rotoli, divennero loro stessi dei fenomeni da irridere. Lo stesso "Eroc" si destreggiò come solista fra sciocchini lavori d'elettronica mischiata al rock cabaret; le sue denunce sociali appena urticanti, il suo modo di fare musica una schifezza che degenerò negli anni in una combinazione irrazionale di hard rock e new age fuse assieme.

 

Guru Guru

Il bassista Uli Trepte e il batterista Mani Neumeier dopo aver suonato qualche anno a Zurigo con l’IRÈNE SCHWEIZER TRIO tornarono nel 1968 in Germania dove, affascinati dalle nuove mode psichedeliche, formano con il chitarrista svizzero Eddi Nägel i GURU GURU GROOVE. Parteciparono lo stesso anno al primo festival di Essen dove si fecero notare per le loro estreme performance strumentali fuori da ogni etica sonora. L’anno successivo abbreviarono il nome in GURU GURU e dopo svariati riassetti interni si stabilirono con il trio classico composto da Neumeier, Trepte, e Ax Genrich, ex chitarrista degli AGITATION FREE. Il leader carismatico rimane comunque Mani Neumeier che risulta anche l'unico membro originale fedele negli anni alla formazione, esso con vigore e notevole bravura suona percussioni e batteria creando attorno a se un vero e proprio alone di leggenda. Le loro esibizioni live conquistano le platee dell'epoca e la forza spontanea che ne deriva venne catturata in studio e riversata nell'album UFO. In questo gli effetti di distorsione la fanno da padroni con un cacofonico sottofondo di basso e batteria che accompagna una marcia tremendamente acida. Il blues psichedelico dei GURU GURU spinge all'estremo le invenzioni di HENDRIX per tracciare un ponte virtuale fra l'improvvisazione più deflagrante e la musica di consumo. L’etichetta Ohr produsse il primo disco e anche il secondo; nel frattempo però, nel mese d'ottobre del 1970 i GURU GURU parteciparono al terzo festival pop di Essen organizzato da Konrad Mallison. Durante lo spettacolo suonarono alcuni brani ripresi da UFO e una versione tremendamente acida di Bo Diddley, il pezzo piacque molto al pubblico e venne inserito per questo motivo nel secondo disco. HINTEN, pubblicato nel 1971, si differenzia dal precedente per l'introduzione di strutture rock propriamente dette; meno suoni deturpati e cacofonici quindi e più effetti ben plasmati; d'altra parte a differenza del precedente non viene registrato in diretta e si costruisce con precise strisce musicali, per quanto martellanti e prive di melodia possano apparire. Ci sono già le prime avvisaglie di quello che sarà il futuro sound del gruppo, persistono però in alcuni passaggi (MEANING OF MEANING soprattutto) le psichedeliche escursioni nel blues acido e delirante di cui si parlava nella specifica di UFO. KÄNGURU è l’ultimo album realizzato dal trio classico, questo venne suddiviso in quattro lunghi brani; OXYMORON rappresenta una sorta di blues cosmico molto acido dove la voce viene processata con effetti estranianti; le dure chitarre di Genrich sfrecciano velocemente rovesciando la situazione musicale verso territori instabili. IMMER LUSTIG si divide fra una miriade di sezioni ritmiche diversamente deflagranti e un free-rock elettronico esasperato; l'inizio è una marcia mirabolante che prende chiaramente in giro l'istituzione disciplinare. Ben presto un assolo di chitarra viene processato fino a deturpare il suono ormai spinto irrimediabilmente in una giungla di percussioni ed esperimenti sonori. La struttura diviene decisamente complessa in BABY CAKE WALK mentre la parodia esilarante dell'ultimo pezzo, OOGA BOOGA, fa proprio l'umorismo sarcastico e tutta la potenza iconoclasta della musica esasperata dei GURU GURU. Nel 1973 la band divenne molto instabile e di questo ne risente anche la produzione artistica, sempre e comunque di altissimo livello, ma meno interessata a creare nuove istanze psichedeliche e a stupire gli ascoltatori. Uscì dalla formazione Uli Trepte ed entrò un nuovo bassista, si tratta di Bruno Schaab proveniente dai NIGHT SUN; nello stesso anno pubblicarono un album contenente nuove idee in bilico fra le tendenze psichedeliche e le strutture progressive, il carattere pungente ed esasperato tende quindi ad ammorbidirsi. Dello stesso periodo è anche una produzione meno conosciuta ma egualmente interessante, si tratta di DON’T CALL US(WE CALL YOU) realizzata con un nuovo bassista che funge pure da pianista; Hans Hartmann li accompagnò infatti per un paio d'anni. Le composizioni divengono sempre più orecchiabili mentre i testi delle parodie irresistibili; le cose maggiormente interessanti del periodo sono le progressive AFRICA STEALS THE SHOW e ROUND DANCE in DON’T CALL US, e CHICKEN ROCK, EATING MY HOT DOG, FROM ANOTHER WORLD in MANI UND SEINE FREUNDE con qualche innesto etnico. La line-up diviene ormai un incontrollabile susseguirsi di musicisti e turnisti che si accavallano per le produzioni a seguire, sfortunatamente però anche Genrich lasciò la band che divenne quindi un progetto gestito dal solo Neumeier. Nel 1976 avvenne un sodalizio artistico fra lo stesso batterista e Roland Schaeffer dei BRAINSTORM, contemporaneamente si firmò un nuovo contratto con la Brain per la quale uscirono nell’arco di quattro anni due compilation e quattro nuovi album; il primo èTANGO FANGO che rappresenta la prima grande spaccatura fra i GURU GURU psichedelici e progressivi e i nuovi che risultano molto più vicini al jazz-rock dei BRAINSTORM. Per le musiche del disco sopra menzionato vengono utilizzate storpiature stilistiche di bossa nova, tango e rock’n’ roll; il tutto per la creazione di un originale e vitale miscela paranoica densa di umoristici testi cantati in lingua inglese e tedesca. Notevole lo schizofrenico missaggio di DAS LEBENDIGE RADIO che prende liberamente per i fondelli le caratteristiche radio tedesche con le loro ridicole musichette folcloristiche e i gingle animaleschi. Per il resto le ottime interpretazioni blues-jazz in NIGHTBEAR, L. TORRO e in SALTO MORTADELLA, rivelano una formazione tecnicamente molto preparata, come dimostrano anche l’album GLOBETROTTER del 1977 e il LIVE del 1978. Numerose collaborazioni tennero impegnato Neumeier mentre altri sforzi vennero convogliati per la realizzazione di sempre nuovi album accreditati a GURU GURU; le produzioni degli ottanta e novanta risultano però piuttosto deludenti; nella discografia dettagliata ho inserito anche i lavori solisti e le collaborazioni più significative dello stesso batterista. 

 

Novalis

I NOVALIS erano capaci di una musica bellissima, poetica e melodica, tanto da risultare campioni di vendite non solamente in patria ma anche in Giappone. Il loro rock venne definito "romantico", guarda caso la parola "Novalis" deriva dal nome d'arte di un poeta del primo romanticismo, tal Karl Friedrich Von Hardenberg; si formarono in Amburgo nel '71 ad opera di Heino Schunzel (basso) e Jurgen Wenzel (chitarra + voce) unitamente al tastierista Lutz Rahn e al batterista Hartwig Biereichel. Nel marzo dello stesso anno parteciparono al Fabrik, un importante festival musicale che si teneva ad Amburgo, dove attirarono l'attenzione del produttore Jochen Petersen grazie al quale incisero nel 1973 il loro primo disco: BANISHED BRIDGE per l'etichetta "Brain". Questo é un capolavoro minore del rock progressivo purtroppo ancora legato a canoni propri del genere e ai testi in lingua inglese. La musica dei "Novalis" è quieta e tranquilla, distante dalle pompose proposte di certo progressive inglese, con testi dolci e melodici intervalli strumentali; niente di complicato quindi ed il tutto risulta estremamente affascinante. Grazie ad Achim Reichel, che li riscoprì qualche anno dopo, pubblicarono nel 1975 l'album omonimo e nel 1976 il capolavoro SOMMERABEND. Il primo brano AUFBRUCH (partenza) incalza un ritmo progressivo estremamente melodico e variegato, l'arrangiamento ben calibrato lascia il giusto spazio sia alla chitarra che all'organo. Il secondo movimento WUNDERSCHATZE, da un testo in poesia dello stesso Von Hardenberg, rappresenta un'intensa canzone in lingua tedesca; l'inizio è scalpitante, dopo poco il brano s'attenua con arpeggi melodici mentre la voce del nuovo cantante, Detlef Job, si lancia in esibizioni molto profonde. La suite che dona il titolo all'opera, SOMMERABEND (serata estiva), inizia all'insegna degli effetti elettronici in concomitanza con tastiere dolci e suadenti, seguono interventi di chitarra acustica abbinati a suoni concreti. Le continue variazioni strumentali donano alla suite un senso di solennità e musicalità veramente unica. Dopo altri due album concettuali, BRANDUNG (1977) e VIELLEICHT BIST DU EIN CLOWN? (1978), la band s'indirizzò verso un pop romantico denso di manierismo, le nuove melodie vennero carpite dalla musica tradizionale nordica portandoli all'acquisizione di un'inedita identità sonora. FLOSSENENGEL (1979) e' dedicato dell'oceano e ai suoi abitanti; gli arrangiamenti prima complessi divengono ora canzoni per lo più strumentali con le tastiere di Rahn sempre più presenti. Sono ballate popolari anche quelle di AUGENBLICKE (1980); un album che potrebbe interessare tanto agli amanti del "neo-prog" quanto a quelli della musica strumentale sullo stile "colonna sonora", ponendosi in effetti a metà strada tra una situazione e l'altra. BUMERANG (1984) risulta invece un ottimo compromesso tra il fattore commerciale, di alto livello, e quello impegnato; l'album e' simile a VIELLEICHT BIST DU EIN CLOWN? anche se le sonorità sono prettamente orientate verso il pop-rock del periodo. Il tastieristà LUTZ RAHN tentò la sorte solista con SOLO TRIP (1979), realizzato alla maniera della più classica elettronica tedesca, quella sullo stile dei KRAFTWERK per intenderci. E' quindi un album interamente strumentale che contiene delle brevi ballate sequenziali costruite sulle meccaniche esecuzioni delle drums machine. Non esiste traccia delle soavi melodie dei NOVALIS, l'intero movimento si snoda fluido e veloce all'interno di meccanici motivetti suonati ai sintetizzatori. L'innato genio melodico e trascinante di LUTZ RAHN si accentua nei brani più ritmati con impennate d'organo e piano elettrico; il disco venne prodotto sempre dalla "Gorilla Musik" di Achim Reichel eristampato con successo anche in Giappone qualche anno dopo.

 

Wallenstein

I tedeschi WALLENSTEIN sono vecchi padroni del cosmo e padri indiscussi dalla conoscenza dettata dal tempo, ma risultano solamente nella carta appartenenti alla scuderia dei così detti "corrieri cosmici"; da contratto avevano ampie libertà a livello musicale mentre nei testi erano costretti a parlare di fantascienza e avventure spaziali. L'ala protettrice di Rolf-Ulrich Kaiser imponeva, quasi fosse una setta, di rimanere su tematiche psi-fi, possibilmente anche nei contenuti musicali, ma iWALLENSTEIN nacquero e rimasero sempre una rock band impegnata con il progressive. Sorti per volere di Jürgen Dollase, un bravo pianista d'estrazione classica di Mönchengladbach, si spostarono a Berlino per motivi professionali e perché la "Pilz", l'etichetta che stampò i primi due dischi, aveva sede nel quartiere generale della berlinese "Ohr". Gli altri componenti erano il batterista Harald Grosskopf, il bassista e cantante olandese Jerry Berkers e il chitarrista americano Bill Barone. Nel 1972 pubblicarono BLITZKRIEG, un album di hard prog psichedelico in linea con molte altre pubblicazioni tedesche del periodo. Le riprove migliori sono però contenute nel secondo, MOTHER UNIVERSE, e soprattutto nel terzo disco. Difficile per un genere tanto tecnico e terreno come il progressive descrivere situazioni ai confini del cosmo, interiore o esteriore che sia questo ambiente idealmente infinito; tuttavia l'album MOTHER UNIVERSE lancia l'ascoltatore in alto fra le nebulose e le galassie gettando contemporaneamente le basi per i successivi lavori. A livello sonoro la band utilizzava tutti gli strumenti del rock con abbondante spazio riservato alle tastiere (pianoforte e organo) di Jürgen Dollase e alla chitarra elettrica di Bill Barone. Il confronto voce e musica lascia abbastanza perplessi in quanto Dollase pur sforzandosi di cantare in maniera decente non ci riusciva facilmente. IWALLENSTEIN erano maestri indiscussi di un certo melodismo di maniera che contribuisce ancora oggi a farci sognare ed è questo il lato più pregevole della loro opera. "Shakespearesque" ad esempio è un florido acquaforte realizzato con linee melodiche toccanti come stati d'animo floreali e sempreverdi. Dopo delicati momenti di blues intimista in "Braintrain" c'é posto anche per il rock maggiormente energico di "Dedicated To Mystery Land" e per la ballata acustica di "Relics of Past". Quello dei WALLENSTEIN è un progressive fatto di pesanti arrangiamenti classicheggianti eseguiti sopratutto al piano a coda di Dollase. L'apice artistico lo toccarono l'anno successivo con il magniloquente COSMIC CENTURY, uno dei dischi più importanti in assoluto del filone space-rock. la produzione era affidata a Dieter Dierks che riuscì come sempre a conferire al loro energico rock una precisa direttiva sonora, a tratti sinfonica e in alcuni momenti incredibilmente cosmica. Sei pezzi di media lunghezza, tutti perfetti ed entusiasmanti, si alternano momenti di duro progressive folgorante (SILVER ARMS) a più spensierate divagazioni classicheggianti (GRAND PIANO); SONG OF WIRE è la loro canzone più famosa, all'interno le famose ascese galattiche dei corali sintetici che verranno riciclati anche per le coeve sessioni di Dollase con i COSMIC JOKERS. Il difetto del bravo tastierista fu quello di eccedere con la melodia arrivando a registrare album mielosi ed eccessivamente pomposi (STORIES, SONGS & SYMPHONIES) o proposte imbarazzanti di semplice pop commerciale (CHARLINE).

 

Walpurgis

Gruppo tra i meno apprezzati della scuderia "Ohr", forse per colpa di un suono troppo "normale" e di una attitudine musicale poco propensa alla sperimentazione. In realtà la storia dei WALPURGIS va proprio raccontata; i due chitarristi Jerzy Sokolowski e Ryszard Kalemba fuggirono dalla Polonia comunista alla fine degli anni '60 trovando rifugio a Berlino Ovest. Qui misero in piedi, assieme al batterista Manfred Stadelmann, un gruppo specializzato in psichedelia americana, soprattutto cover dei "Grateful Dead" e "Quicksilver Messenger Service". Approdarono alla "Ohr" nel 1972 grazie all'interessamento di Frank Oeser, in effetti Kaiser non ne voleva sapere ma alla fine acconsentì per la pubblicazione di QUEEN OF SABA, il loro unico lavoro discografico. Alle registrazioni parteciparono anche il flautista George Fruechtenicht, tedesco d'oltrecortina come lo stesso Stadelmann, e Jürgen Dollase (tastierista e leader dei WALLENSTEIN). Ad eccezione della melodiosa DISAPPOINTMENT, il resto dell'album contiene cinque brani di psichedelia acida e deflagrante, blues elettrico e hard rock piuttosto sporco, una sorta di "Happy Trails" all'europea.

 

Xhol Caravan

I XHOL nacquero come SOUL CARAVAN nel '68 e ben presto impararono a storpiare il soul e il rock americano tramite arditi esperimenti sonori, deformando pertanto anche il nome in XHOL CARAVAN e in seguito semplicemente in XHOL. Di loro si conosce poco e la favola musicale è raccolta in tre LP e in un raro singolo del 1969 suonato sullo stile dei "Deep Purple". Il principale carattere della band è però orientato verso la fusion blues-rock, ELECTRIP procede in quella direzione come anche HAU-RUK (Hau Rolf Ulrich Kaiser), pubblicato dalla "Ohr" e quindi maggiormente sperimentale. Lo stile venne modellato su quello di altre formazioni dedite all'improvvisazione come ANNEXUS QUAM e GOMORRHA. Il terzo lavoro, il migliore probabilmente, venne pubblicato sempre presso "Ohr" nel 1972. MOTHERFUKERS Gmbh & CO KG raccoglie tutti i possibili stili affrontati dal gruppo nel corso degli anni, compresa quell'esperienza live demenziale che li aveva contraddistinti nel corso di molte serate underground. Il disco si apre con RADIO, nella quale si spazia dal blues al country fra continue sintonizzazioni radiofoniche provenienti da una ricerca sonora sulle orme della musica contemporanea; in realtà il brano è un assemblaggio di nastri contenenti i pezzi più riusciti del loro primo repertorio. LEISTUNGS PRINZIP è un jazz-trip elettrico che apre la strada a ORGELSOLLO, nove minuti nei quale si assiste ad un lungo, denso e acre assolo d'organo a metà strada tra la psichedelica cosmica e il minimalismo elettronico. SZIDE I FINEST DAY avanza una deformazione sonora psichedelica, materiale scaturito dai particolarissimi studi sulla generazione delle strutture soul improvvisate. L'esperimento concreto di GRILLE vede lo stridire del grillo affiancato ad un flauto magistralmente snaturato e a delle percussioni che trasportano in ambiente onirico. E' un teatro artificioso dove degli ominidi stanno provando i loro rudi generatori sonori. Fra i suoni naturali della sera e la calda brezza afosa, i due trasportano il suono in una dimensione sovrannaturale impastata di trialismo ancestrale da notte delle valpurghe. L'improbabile blues torna a fare capolino nell'ultimo microsolco del disco; in LOVE POTION l'articolazione porta il cantato ad una struttura inizialmente lineare e decisa, in seguito deturpata da brusche virate psichedeliche. La voce del batterista Skip non può sottrarsi a tali eventi e segue l'andante strumentale in labirinti d'improvvisazione e in versacci decisamente azzardanti. I XHOL CARAVAN rappresentano forse l'unico punto d'incontro tra il blues, il soul e il rock di stampo americano e la psichedelica-cosmica; vanno pertanto, vista la tendenza opposta dei gruppi sperimentali tedeschi, tenuti in ampia considerazione.

 

Enrico Bassi.

 

 

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